Il Mare del Nord diventerà presto la centrale elettrica verde d’Europa con le sue isole energetiche, che però potrebbero essere molto “vulnerabili”. A denunciarlo, come riportato da Die Welt, è stato un consorzio di emittenti scandinave composto da DR, SVT, NRK e Yle, secondo cui la Russia starebbe già spiando le zone dove sorgeranno i parchi eolici offshore, le linee del gas e quelle dell’elettricità.
Le navi di ricerca russe in queste settimane e non solo avrebbero mappato le acque del Mare del Nord, tra le più trafficate al mondo, in modo che il Paese di Vladimir Putin possa essere pronto a commettere possibili atti di sabotaggio nel caso di un conflitto diretto con la NATO. Le rotte ritenute sospette sono state numerose. Nel novembre dello scorso anno, ad esempio, l’Admiral Vladimirsky, destinato secondo il ministero della Difesa di riferimento alla ricerca marina, ha navigato sistematicamente vicino a dei parchi eolici offshore esistenti o in costruzione e si è fermato lì per una settimana. Lo stesso hanno fatto anche altre imbarcazioni. I timori sono dunque consistenti.
Isole energetiche pianificate nel Mare del Nord sono “vulnerabili”: l’allarme
Le isole energetiche nel Mare del Nord sono molto importanti per l’espansione della produzione di energia verde in Europa, ma in molti si domandano adesso quali potrebbero essere i rischi derivanti dalla loro presenza nelle acque. I sabotaggi, infatti, potrebbero paralizzare l’intero meccanismo per diversi Paesi coinvolti. “È ovvio che potrebbero esserci degli attacchi a una connessione. È difficile proteggerle. Anche se la NATO e l’Agenzia europea per la difesa espandono la sorveglianza subacquea, sarà estremamente complicato semplicemente a causa dell’enorme numero di enormi aree, cavi e condutture”, ha dichiarato l’anno scorso Jørgen Christensen, direttore tecnologico di Green Power Danimarca, alla rivista di settore Recharge.
Nonostante ciò, l’esperto non sembra molto preoccupato da questa possibilità. A differenza di altri, che nutrono ancora molti dubbi sulle isole energetiche, soprattutto dopo le fuoriuscite dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 per giorni, per cui ancora non sono state date delle spiegazioni concrete. Germania, Belgio, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Lussemburgo, Francia, Norvegia, Irlanda e Danimarca tuttavia non sembrano essere intenzionate a tornare indietro.