Nella giornata di ieri, presso l’importante tribunale penale internazionale dell’Aia, è arrivato il momento di salire sul banco per Israele, intenta a difendersi dell’accusa di genocidio contro i palestinesi mossa dal Sudafrica. Gli interessi dello Stato ebraico sono stati difesi da un team di cinque legali esperti, capitanati dall’accademico inglese Malcolm Shaw, con la partecipazione di Christopher Staker, ex capo del Dipartimento giuridico della Corte internazionale di Giustizia dell’Aia.



Quest’ultimo, che ha difeso la posizione di Israele nel tribunale dell’Aia, ha rievocato, davanti alla corte, l’Olocausto e la Seconda guerra mondiale, proponendo un esercizio di stile. “Immaginate cosa sarebbe successo se durante la Seconda Guerra mondiale fosse esistita la Convenzione sul genocidio”, ha spiegato, immaginando che gli Alleati ne facessero parte e l’Asse no, mentre un terzo paese si assumeva il ruolo di presentare un procedimento contro i primi. “Se allora fosse stata invocata la sospensione della guerra”, ha spiegato il difensore di Israele all’Aia, “gli Alleati avrebbero dovuto arrendersi alla Germania nazista“. Nella memoria degli ebrei, inoltre, è ben chiaro cosa sia stato un genocidio, dato che furono tra i primi firmatari della Convenzione nel nome di quel “mai più” che secondo Staker “per qualcuno è diventato solo uno slogan”.



Israele all’Aia: “L’accusa di genocidio manipola la realtà ed è pericolosa”

L’accusa di genocidio contro Israele, ha continuato il legala alla corte dell’Aia, si basa “su un quadro di fatto e di diritto profondamente distorto, su una descrizione decontestualizzata e manipolativa della realtà” con lo scopo di delegittimare lo Stato ebraico in modo “appena distinguibile dalla retorica negazionista di Hamas“. L’accusa, inoltre, cancellerebbe completamente gli errori ed orrori commessi dai terroristi, così come compromettere il diritto di Tel Aviv di difendersi.



Nella difesa di Israele all’Aia è seguito, poi, un elenco di alcuni dei crimini commessi da Hamas, tra cui la ragazza “violentata brutalmente, mentre un altro militante le tagliava il seno e ci giocava” ed un terzo “l’ha violentata di nuovo, sparandole alla testa mentre era ancora dentro di lei”. Se l’accusa del Sudafrica fosse confermata, ha detto Staker, si finirebbe per sovvertire “l’oggetto e lo scopo della Convenzione, con conseguenze per tutti gli Stati che cercano di difendersi”, specialmente da terroristi che si sono “mischiati con la popolazione civile, rendendo le sue sofferenze parte della propria strategia“. L’accusa, ha concluso Israele all’Aia, è semplice “diffamazione” che ignora “il più grande omicidio di massa premeditato” di ebrei dopo l’Olocausto e il fatto che “l’uso della popolazione civile è un metodo di guerra per Hamas” e se venisse confermata “incoraggerà i terroristi che si nascondono dietro ai civili, a scapito degli Stati che cercano di difendersi”.