Nel 237esimo giorno di guerra in Medio Oriente, il ministro Benny Gantz causa un terremoto politico in Israele con le sue dimissioni. In conferenza stampa, infatti, ha annunciato di uscire dal governo di unità nazionale, non senza lanciare qualche frecciata al primo ministro Benjamin Netanyahu. Infatti, in merito al governo di emergenza, ha precisato che non è stato creato in virtù di una collaborazione politica, anche perché “sapevamo che si trattava di un cattivo governo“, il problema è che l’unità si è trasformata in un “appello entusiastico“, visto che la realtà dei fatti sarebbe ben diversa per il ministro del Gabinetto di guerra israeliano. Parla, infatti, di scelte strategiche che vengono accolte “con esitazione” e rinviate da “considerazioni politiche“.



Quindi, Gantz accusa direttamente Netanyahu di impedire a Israele di “procedere verso la vera vittoria, come avevamo pianificato“, che vuol dire riportare a casa gli ostaggi e abbinare all’iniziativa militare quella politica. Solo così, per Gantz, si può davvero sconfiggere Hamas, ma evidenzia anche la necessità di creare un’alleanza nella regione contro l’Iran, col supporto dell’Occidente. La decisione di lasciare il governo di unità nazionale, dunque, è stata presa da Gantz “con il cuore pesante, ma intatto“. Ora auspica che in autunno ci siano nuove elezioni per assicurare a Israele un governo che possa contare sulla fiducia della sua gente, quindi incalza il primo ministro a stabilire una data concordata.



OLTRE A GANTZ, LASCIA ANCHE IL GENERALE ROSENFELD

Dopo l’annuncio di Benny Gantz, il ministro che si occupa della Sicurezza nazionale Ben Gvir, che guida il partito di estrema destra Jewish Force, si è mostrato disponibile a entrare nel gabinetto di guerra, facendone espressamente richiesta. Ma non è l’unico scossone che si registra, perché è arrivato anche l’annuncio del generale al comando della Divisione Gaza, Avi Rosenfeld, il quale ha deciso di lasciare la carica. Il generale di brigata, il cui compito è difendere la zona meridionale di Israele al confine con la Striscia di Gaza, si ritira dall’esercito, dopo aver prestato servizio per quasi trent’anni, ritenendo di non essere riuscito a proteggere chi vive al confine.



In questa situazione così complicata, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha chiesto al ministro dimissionario Gantz di non uscire dal governo, perché il Paese è coinvolto in un conflitto “esistenziale“. In un tweet, infatti, si è rivolto direttamente al ministro dimissionario per chiedergli di non “abbandonare“, promettendo di andare avanti fino alla vittoria di Israele, che vuol dire ottenere la liberazione degli ostaggi ed eliminare Hamas.