Israele: il capo degli 007 dell’esercito ha rassegnato le sue dimissioni

Mentre la guerra a Gaza sembra avviarsi verso una sempre più imminente svolta (con l’ingresso dell’esercito di Israele nella città di Rafah, dove si troverebbero gli ultimi quattro battagliano di Hamas, secondo le stime dell’IDF), il più alto funzionario dell’intelligence militare, il generale Aharon Haliva, ha rassegnato le sue dimissioni, già finite sul tavolo del capo di stato maggiore (il generale Herzi Halevi) e del Ministro della Difesa Yoav Gallant. Lo rendono noto i vari media locali, tra il Times of Israel e Ynet, che hanno anche pubblicato alcuni stralci della lettera dell’ex capo degli 007 di Israele, nella quale ha spiegato le sue motivazioni.



La decisione di Aharon Haliva non è stata una sorpresa, perché già dopo quei concitati momenti del 7 ottobre scorso aveva ‘promesso’ che a guerra conclusa avrebbe rassegnato le dimissioni: quel giorno, infatti, morirono circa 1.200 civili israeliani, mentre altri 253 furono presi in ostaggio e diversi kibbutz sul confine tra Israele e la Striscia di Gaza furono rasi al suolo da oltre 3mila terroristi di Hamas. Un giorno triste e difficile, ricordato oggi come uno dei più grandi fallimenti dell’intelligence israeliana, guidata fin dal 1985 proprio da Aharon Haliva.



Aharon Haliva: “Il 7 ottobre è stato un mio fallimento”

Dietro alla scelta di dimettersi, come emerge dalla lettera pubblicata dai media di Israele, ci sarebbe proprio la volontà di assumersi le responsabilità per il fallimento nella prevenzione dell’incidente del 7 ottobre, che oltre a Aharon Haliva vede ‘indagati’ (in via ufficiosa) anche il capo dello Shin Bet e il Capo di stato maggiore dell’IDF: nessuno dei due ha ancora parlato di dimissioni, ma seguendo l’esempio del collega potrebbero lasciare il comando una volta ristabilita la sicurezza sul territorio di Israele.



“La direzione dell’intelligence sotto il mio comando non ha adempiuto al suo compito“, scrive Aharon Haliva nella sua lettera, sottolineando che “quel giorno nero” gli provoca ancora oggi, “più di sei mesi dopo”, un “terribile dolore”. Si è detto anche convinto che “per il bene dello stato di Israele, del popolo israeliano e delle generazioni future” il governo dovrebbe “istituire una commissione statale d’inchiesta che possa indagare e scoprire in modo completo, approfondito e preciso tutti i fattori e le circostanze che hanno portato ai gravi eventi” del 7 ottobre. L’IDF, in una nota di risposta ad Aharon Haliva, ha espresso la sua gratitudine per “i suoi 38 anni di servizio, durante i quali ha dato un contributo significativo alla sicurezza sia come soldato combattente che come comandante”.