Il generale David H. Petraeus, veterano ed ex direttore della Cia, ha parlato di Israele, Medio Oriente e Ucraina in una recente intervista rilasciata a La Stampa, ipotizzando quali scenari potrebbe aprirsi in futuro e, soprattutto, di quali errori dovrebbe evitare la coalizione occidentale, in entrambi i conflitti in corso. Partendo dal Medio Oriente, l’esperto militare americano non nasconde che l’ipotesi di un allargamento del conflitto sia sempre più probabile, oltre che tangibile.



La guerra tra Israele e Hamas, spiega Petraeus, potrebbe allargarsi in particolare a “tutte le aree dove sono attive le milizie sostenute dall’Iran“, ma anche in Iraq, sempre a causa delle milizie iraniane, “in Siria e Yemen”, ma complessivamente è anche convinto che “la coalizione guidata dagli USA abbia piani chiari per rispondere alle minacce”. Tornando, invece, al conflitto in atto a Gaza, il generale Petraeus ci tiene a precisare che in questo momento “Israele deve stare molto attento a non adottare tattiche che agevolino l’emergere di una nuova generazione di reclute di Hamas“. Evitare, in altre parole, di innescare “fenomeni come l’Isis, che ha fatto risorgere il terrorismo negli anni successivi alla partenza delle ultime forze Usa dall’Iraq alla fine del 2011 dove avevano combattuto contro Al Qaeda”.



Petraeus: “Israele deve conquistare cuore e mente dei palestinesi”

Israele, suggerisce Petraeus, dopo “lunghi mesi di duri combattimenti” dovrà “bonificare prima, mantenere il controllo poi, e ricostruire infine la parte centrale e meridionale della Striscia“. Centrale sarà, inoltre, il “ripristino di tutti i servizi di base e inizi la ricostruzione nelle aree che ha sgomberato”, al fine di permettere ai “civili di far ritorno nei luoghi dove vivevano, ma tenuti separati dagli estremisti. Cuori e menti” della popolazione, “contano”.



Mettendo, invece, da parte Israele, il generale Petraeus ha parlato anche del conflitto in Ucraina, per il quale “non vedo alcuna indicazione che Putin sia interessato ai negoziati, se non quello di indurre in errore, ingannare, disinformare e destabilizzare i sostenitori di Kiev”. Inoltre, non crede che Putin “voglia fermarsi. Raggiunto l’obiettivo”, sottolinea, “a finire nel mirino potrebbero essere Moldavia e Lituania“. Tanto per l’Ucraina, quanto per Israele, secondo Petraeus è importante che “gli alleati occidentali [continuino] a fornire tutta l’assistenza possibile”.