In Israele c’è un dibattito sui dati Covid che coinvolgono i vaccinati. Da un lato ci sono i numeri che questa settimana mostravano che, su 515 pazienti attualmente ricoverati per Covid grave, 301 (il 58,4%) erano completamente vaccinati. Dall’altro lato c’è chi esamina i dati spiegando che questo non significa che i vaccini non siano efficaci, ma sono solo che i numeri che ingannano perché vanno considerati più fattori e parla dunque del cosiddetto «paradosso di Simpson». L’alta percentuale di casi gravi Covid tra i vaccinati sembrerebbero dipendere dall’età dei vaccinati e dall’alto tasso di vaccinazione di Israele.
Secondo gli ultimi dati, in Israele l’efficacia della vaccinazione contro i casi gravi sembra essere piuttosto bassa, circa il 67%. Secondo il professor Jeffrey Morris, però, chi ha parlato di mancata efficacia dei vaccini esprime un’informazione fuorviante perché con il Covid va tenuto conto di variabili importanti come l’età delle persone (perché il rischio di ricovero è direttamente proporzionale all’anzianità), la percentuale di popolazione vaccinata con due dosi, ma non solo, anche come si distribuiscono i tassi di vaccinazione nelle classi di età.
Il dibattito sui dati Covid in Israele: “C’è un alto tasso di vaccinazione e 85% dei non immunizzati sono giovani”
A proposito del dibattito sui dati Covid tra i vaccinati in Israele, i fattori chiave che contribuiscono alla «confusione» secondo il professor Morris sono: gli alti tassi di vaccinazione nel Paese, il fatto che l’85% dei non vaccinati è costituita da giovani, che il 90% degli anziani sia vaccinato e che gli stessi anziani abbiano più probabilità di essere ricoverati in ospedale rispetto ai giovani. «Dopo aver tenuto conto dei tassi di vaccinazione e stratificato per fasce di età, da questi stessi dati si può vedere che i vaccini mantengono un’elevata efficacia (85-95%) rispetto alle malattie gravi, dimostrando che Pfizer sta ancora andando molto bene contro la variante Delta, anche in Israele”.
“Nel caso dell’efficacia del vaccino rispetto alla malattia grave – ha scritto Morris -, il fatto che sia lo stato vaccinale sia il rischio di malattia grave sono sistematicamente più alti nella fascia di età più avanzata rende i numeri di efficacia complessiva (se stimati senza stratificazione per età) fuorvianti». In un gruppo con il 95% di vaccinati, le infezioni tra i vaccinati supererebbero quelle tra i non vaccinati perché ci sono molte più persone vaccinate tra cui il virus può diffondersi. In un gruppo con il 20% di vaccinati in cui tutti siano esposti al virus, la maggior parte dei non vaccinati verrebbe infettata e la maggior parte dei vaccinati no.