Alla Corte penale internazionale (CPI) sono state presentate diverse denunce sia contro Hamas sia contro Israele per “crimini di guerra”. L’intenzione, come riportato da Le Monde, è quella di condannare entrambe le parti per le atrocità commesse. “Non dimenticheremo i bambini di Gaza”, ha promesso nei giorni scorsi il procuratore Karim Khan. Secondo il Ministero della Sanità, in poco più di un mese, sono state uccise nella striscia più di 11.000 persone.
Il 9 novembre, le ONG PCHR, Al-Haq e Al Mezan hanno chiesto alla CPI “di emettere rapidamente mandati di arresto contro persone sospettate di questi crimini all’interno dell’apparato politico, militare e amministrativo” israeliano. Nel loro rapporto al procuratore, le tre organizzazioni citano il presidente Isaac Herzog, il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant. Il loro avvocato francese, Emmanuel Daoud, fa riferimento a “crimini di genocidio”, “incitamento al genocidio”, “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità”. Anche da Tel Aviv denunciano lo stesso. “C’è un’emergenza, perché sono in corso crimini – sparizioni e sequestri – che vengono commessi contro bambini e contro anziani”, ha detto Yael Vias Gvirsman, legale di trentaquattro parenti degli ostaggi di Hamas e delle vittime.
Israele e Hamas accusati di crimini di guerra: le accuse alla CPI
La questione dei crimini di guerra perpetrati da Israele e Hamas è dunque aperta e la pressione nei confronti della Corte penale internazionale (CPI) è altissima. L’avvocato Emmanuel Daoud, per sottolineare la necessità di difendere i diritti dei palestinesi, ha anche fatto riferimento alla sentenza emanata dall’organo contro il presidente russo Vladimir Putin per i crimini di guerra perpetrati in Ucraina e ha affermato che “non c’è spazio per doppi standard nella giustizia internazionale”. Da capire come si comporteranno i giudici. La vicenda potrebbe in tal senso coinvolgere anche altri Paesi. Gli Stati Uniti si oppongono infatti a qualsiasi azione giudiziaria contro suoi cittadini o alleati, in primo luogo Tel Aviv.