Dopo 4 elezioni in 2 anni e a soli 3 giorni dalla scadenza del mandato esplorativo, Israele ufficialmente vedrà il primo Governo senza Bibi Netanyahu dopo 12 anni ininterrotti al potere: la svolta, a sorpresa, arriva dal leader della formazione di destra nazionalista Yamina, Naftali Bennett, che ha di fatto accettato l’invito a formare un Governo di unità nazionale con il leader centrista di Yesh Atid, Yair Lapid. «Vi annuncio che farò un governo di unità nazionale con Lapid, per far uscire Israele dalla voragine», ha annunciato in serata Bennet scatenando le ire del Premier uscente, «Bennet imbroglia gli israeliani!».



Per il leader della destra israeliana, l’accordo con Lapis arriva proprio per escludere l’ormai ex Primo Ministro a pochi giorni dal cessate il fuoco siglato con Hamas: la guerra crudissima sulla Striscia di Gaza sembrava aver restituito a Netanyahu l’aurea di “uomo forte” e necessario per il prosieguo del Governo israeliano nelle difficilissime acque parlamentari della Knesset. E invece negli ultimi giorni si è consolidato l’asse degli anti-Netanyahu arrivando così all’annuncio del nuovo Governo: l’accordo, secondo le fonti israeliane a Rai News24, prevederebbe una premiership a rotazione di due anni tra Lapid e Bennett, con avvio di quest’ultimo mentre Lapid diventerebbe premier alternato e ministro degli esteri.



FINE DI UN’ERA IN ISRAELE?

Nel Governo di unità nazionale al momento ci sarebbero dunque oltre ai due partiti di Lapid (C’è un futuro) e Bennet (Yamina) anche “Nuova Speranza” dell’ex Likud Gideon Saar, “Israele casa nostra” di Lieberman, “Blu e Bianco” di Benny Gantz, la sinistra di Meretz e i laburisti. Insomma, un grande asse di unità nazionale con l’esclusione “eccellente” e pesantissima del Likud dopo 12 anni di Governo. «Con Lapid ci sono diversità ma siamo intenzionati a trovare l’unità. Lapid è molto maturato», conclude Bennet nell’annuncio che potrebbe segnare la fine di un’era in Israele. Vi sarebbe infatti anche un accordo per l’appoggio esterno al Governo dei partiti arabi, elemento non secondario visto il livello dello scontro raggiunto nell’ultimo mese tra cittadini israeliani, palestinesi e arabi. «Intendo agire con tutte le mie forze per formare un governo unitario con Lapid. Quattro tornate elettorali – ha spiegato ancora Bennett durate una conferenza stampa – hanno indebolito il Paese. Si tratta di una crisi politica senza eguali nel mondo. Stiamo smontando l’edificio dello Stato e rischia di crollare tutto»; non solo, non può mancare l’attacco durissimo al Premier Netanyahu «Chi dice che c’è un governo di destra a portata di mano, si sbaglia. Non c’è. Non esiste un governo di destra di Netanyahu. Chi lo dice mente. Anche stamane c’è stato un altro tentativo, io sarei stato possibilista, ma non c’era la maggioranza. Netanyahu intende trascinare tutto il campo nazionalista verso la propria Masada personale». Alle accuse di essere un Governo di sinistra fatte da Bibi, Bennet replica «sarà anzi più spostato a destra di quello attuale. Non faremo ritiri e non consegneremo territori».

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