Il quotidiano Maariv ha pubblicato quello che sarebbe il piano di Israele per il dopo guerra. La fine del conflitto con Hamas non sembra ancora essere vicino, ma Benjamin Netanyahu vuole farsi trovare pronto, anche perché ha bisogno degli aiuti dei Paesi. Il documento sul futuro di Gaza, sviluppato “da un gruppo di uomini esperti”, si suddivide in più fasi.



Quella iniziale consiste nell’istituzione di un governo militare israeliano a Gaza, che gestirà il trasferimento degli aiuti umanitari e si assumerà la responsabilità del trattamento della popolazione civile “durante la fase di transizione”. In contemporanea, verrà costituita una coalizione internazionale di paesi arabi in cui figurano Arabia Saudita, Egitto, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e altri paesi. Essi prenderanno parte all’accordo di normalizzazione regionale che sarà firmato successivamente, che prevede la creazione di un nuovo organismo che sarà chiamato “Nuova Autorità Palestinese”. Dei funzionari che non sono associati ad Hamas, ma che non sono direttamente identificati con le guardie di Abu Mazen, riceveranno da Israele la responsabilità di gestire Gaza. Israele tuttavia resterà pronto ad agire sul piano della sicurezza per contrastare eventuali nuove azioni terroristiche. Nella fase successiva, che avverrà solo dopo la stabilizzazione, si prevede di attuare anche in Giudea e Samaria una riforma globale, che include modifiche al sistema educativo palestinese e nel trattamento del terrorismo. 



Israele, il piano per il dopo guerra: il futuro di Gaza nelle mani di Netanyahu

Il piano in questione di Israele per il dopo guerra sarebbe stato formulato segretamente da alcuni “uomini d’affari”, di cui molti fedelissimi a Benjamin Netanyahu. Il documento inoltre pare sia già stato presentato ai funzionari ufficiali americani, anche se gli Usa non hanno ancora commentato. È da precisare però che l’ipotesi in questione non è l’unica. Gli esperti infatti starebbero lavorando anche a delle soluzioni alternative. 

Nei territori coinvolti, c’è un quartier generale, in cui il coordinatore delle operazioni a Gaza, il colonnello Rasan Aliyan, insieme agli altri vertici delle Forze armate israeliane (IDF), sta lavorando al proprio piano. Lo stesso sta facendo lo Shin Bet, che sta preparando una serie di raccomandazioni dettagliate “per il giorno dopo”. Il primo piano è quello su cui il numero uno di Tel Aviv sta ragionando in modo più serio, ma al momento non sembra essere intenzionato a prendere una decisione immediata e lascia aperta qualsiasi porta con tanto di “margine di sicurezza”. È da capire se riuscirà questa volta a compiere la mossa storica di creare uno Stato di Palestina.