Quella che nelle ultime giornate era parsa una circostanza sempre più probabile sta pericolosamente diventando una certezza con lo scoppio di una vera e propria guerra tra Israele e gli Hezbollah in Libano che potrebbe – tragicamente – finire per includere tutto il Medio Oriente in un vero e proprio conflitto territoriale: un’ipotesi più volta avanzata da numerosi esperti e che rischierebbe di lasciare Tel Aviv completamente isolata in un territorio in larga parte arabo con il conseguente (ma non scontato) intervento americano a supporto dello Stato ebraico che aprirebbe quasi inevitabilmente ad un conflitto mondiale date soprattutto le posizioni della Russia sulla questione isreaelo-palestinese.



Senza mettere il carro davanti ai buoi, per ora la vera e propria guerra tra Israele ed Hazbollah è ancora una supposizione, resa suggestione dal fatto che alcuni funzionari statunitensi già nel pomeriggio avevano parlato di “operazioni terrestri limitate” che erano in corso in Libano, condotte ovviamente da Tel Aviv; il tutto mentre Netanyahu ha convocato una riunione d’urgenza del gabinetto di guerra e ha dato ordine di spostare parte delle truppe e dei carri armati dell’IDF sul confine libanese, in quello che ha tutta l’aria di essere il primissimo passo della fase due del conflitto che è iniziato (ormai) quasi un anno fa.



Guerra Israele-Hezbollah: via libera dal gabinetto di Netanyahu alla “seconda fase” del conflitto in Libano

In questa sempre più imminente – e più volte annunciata – guerra tra Tel Aviv e Libano è interessante soffermarci su alcune notizie che si sono susseguite rapide nelle ultime ore a partire dall’opinione del presidente statunitense Joe Biden che nel pomeriggio, interpellato da una giornalista sulla missione libanese, ha confermato di essere “al corrente” degli sviluppi per poi lasciar intendere la sua contrarietà all’operazione spingendo affinché i belligeranti arrivino “ad un cessate il fuoco immediato“; mentre il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha confermato il “diritto di Israele a difendersi” da qualsiasi oppositore.



A Biden – sempre nel pomeriggio – si sarebbe unito anche il segretario delle Nazioni Unite António Guterres che per mezzo del suo portavoce ha sottolineato di non voler “assistere ad alcuna invasione di terra” che avrebbe conseguenze “devastanti” sia per gli israeliani, che per i libanesi; ma nel frattempo è certo che nulla sembra poter frenare le mire di Netanyahu che è riuscito a farsi concedere il via libera alla “fase successiva della guerra” non meglio precisata e che partirà quasi certamente nelle prossime ore.

Interessante, nel frattempo, notare che in mezzo all’incertezza su quello che accadrà in Libano nelle prossime ore sia il nostro governo che quello tedesco hanno esortato i rispettivi cittadini a portarsi al sicuro; mentre un portavoce dell’IDF che chiesto ai residenti di alcune aree nel sud di Beirut – tutte nel quartiere di Dahiya – di abbandonare al più presto l’area confermando che “molto presto prenderemo di mira queste strutture“.