I palestinesi che si sposano con israeliani e quelli già legati ad essi non avranno più la cittadinanza dello Stato ebraico. Il governo di Tel Aviv ha ripristinato il veto sulle riunificazioni familiari tramite una legge che impedisce ai cittadini di Gaza o Cisgiordania, sposati con israeliani, di ottenere la cittadinanza di Israele o di estendere la propria residenza nel Paese. Questa stessa legge pone anche il veto all’unificazione tra cittadini o residenti israeliani con coniugi che provengono da Stati come Siria, Libano, Iraq o Iran, che sono considerati “nemici”.
A votare contro la legge due partiti della coalizione di governo, Rama e Meretz, ma è comunque passata con 45 voti a favore e 15 contro. C’è stato anche il sostegno dell’estrema destra che è all’opposizione. La legge era stata promulgata già nel 2003, ma come misura temporanea, per poi essere costantemente rinnovata fino al luglio scorso, quando la coalizione di Naftali Bennet non era riuscita a raccogliere i voti necessari, non avendo il sostegno della sinistra e degli arabi della coalizione di governo.
ESTREMA DESTRA “ISRAELE RESTERÀ EBRAICA”
Per i sostenitori di questa legge, si tratta di una misura necessaria per ragioni di sicurezza, cioè per impedire ai miliziani palestinesi di usare il matrimonio come strumento per accedere in Israele e ottenerne la residenza. Invece i detrattori ritengono che sia una legge discriminatoria e un mezzo per mantenere la maggioranza demografica ebraica. A tal proposito, Simca Rothman del partito di estrema destra Sionismo Religioso ha dichiarato: “Lo Stato di Israele è ebraico e così rimarrà. Oggi, se Dio vuole, lo scudo difensivo di Israele sarà significativamente rafforzato”.
Di fatto, colpisce migliaia di palestinesi che hanno cittadinanza o residenza israeliana, oltre che quelli provenienti da Gaza e Cisgiordania. La percentuale di matrimoni tra arabi ed ebrei però è minima. Ci sono però numerosi organismi delle Nazioni Unite per i diritti umani che esortano Israele a “facilitare l’unificazione familiare per tutti i cittadini o residenti”, poiché il Paese sta violando i suoi stessi obblighi fissati dai trattati internazionali. Come riportato da Reuters, la decisione del Parlamento israeliano, che nega la naturalizzazione ai palestinesi, costringe migliaia di famiglie palestinesi a emigrare o vivere separati.