UNRWA NEL MIRINO DI ISRAELE, COSA SUCCEDE

La messa al bando da parte di Israele dell’UNRWA, l’agenzia ONU che aiuta i civili palestinesi, sta suscitando dure reazioni in tutto il mondo, ma anche un dibattito sul doppio standard di Netanyahu sui diritti umani. Difesi in patria, possono essere ignorati altrove in nome della sicurezza? Il caso verte attorno all’approvazione da parte della Knesset, il Parlamento israeliano, di due proposte di legge che potrebbero minacciare il lavoro della principale agenzia delle Nazioni Unite che aiuta i palestinesi, sfidando così anche Biden che aveva messo in guardia il premier israeliano riguardo il rischio di un aggravamento della crisi umanitaria a Gaza.



Anche se la maggior parte delle disposizioni non entrerà in vigore prima di tre mesi e le ripercussioni legali non sono state chiarite, di fatto c’è il serio rischio che le attività dell’UNRWA vengano sospese, visto che i provvedimenti le vietano di svolgere missioni o attività di qualsiasi tipo nei territori israeliani. Ma è previsto anche un meccanismo di controllo per accertare l’applicazione delle disposizioni. Non potendo avere contatti con gli enti statali israeliani, l’agenzia non può operare nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Inoltre, vengono revocati privilegi e immunità diplomatiche dei membri dell’agenzia nel territorio israeliano.



“MOSSA PERICOLOSA DI ISRAELE”

Israele aveva nel mirino l’UNRWA da decenni: sostiene che il suo lavoro di assistenza ai rifugiati palestinesi abbia ulteriormente perpetuato il lungo conflitto territoriale. Inoltre, alcuni dipendenti a Gaza sono stati accusati di aver partecipato agli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso. Nonostante le pressioni degli alleati, in particolare degli Stati Uniti, Netanyahu si è comunque posso contro l’agenzia Onu e, dopo l’approvazione della legge, diversi governi occidentali hanno criticato la mossa.

Per Philippe Lazzarini, capo dell’UNRWA, la mossa della Knessetcrea un pericoloso precedente“, ma soprattutto non fa altro che “aggravare le sofferenze dei palestinesi, soprattutto a Gaza, dove la gente sta attraversando più di un anno di inferno“. Ritiene altresì che così Israele viola gli obblighi ai sensi del diritto internazionale, un’accusa respinta dai legislatori israeliani.



LA DENUNCIA DI MEDICI SENZA FRONTIERE

Scende in campo anche Medici Senza Frontiere (MSF), secondo cui la messa dal bando delle attività dell’UNRWA è “un divieto disumano sugli aiuti umanitari salvavita che spingerà i palestinesi verso una crisi umanitaria ancora più profonda, con un impatto sulla popolazione di Gaza e della Cisgiordania“.

Inoltre, il divieto avrà un impatto che si estenderà oltre Gaza, perché ora sono a rischio altri servizi, come quelli sanitari, l’istruzione, la gestione dei campi profughi. “Questa legge costituisce un grave precedente per altre situazioni di conflitto in cui i governi potrebbero voler eliminare una presenza scomoda delle Nazioni Unite“, recita il comunicato di MSF.