Josep Borrell, alto rappresentate dell’Unione Europea per gli Esteri, ha recentemente visitato il sud di Israele, dove ha tenuto un discorso pubblico nel quale ha parlato, ovviamente, del conflitto contro Hamas, della necessità di una soluzione permanente tra israeliani e palestinesi, ma invitando Tel Aviv a misurare la sua risposta all’aggressione. Un discorso tenuto dopo aver visitato le città e gli avamposti distrutti dal conflitto, e nel quale non ha mancato neppure di rivolgere un pensiero ai palestinesi.



Quello di Borrell è un invito, rivolto a tutta Israele, dalla popolazione al governo, a non farsi “consumare dalla rabbia. Credo che sia uno dei migliori consigli che posso darvi, perché è questo che fa la differenza tra una società civile e un gruppo terroristico, il rispetto della vita umana”. Il rappresentate UE, tuttavia, ci tiene a sottolineare che quanto ha visto “è orribile”, ma ricorda anche che “non lontano da qui c’è Gaza“, riconoscendo che “un orrore non ne giustifica un altro. Sono morti civili innocenti”, ha spiegato nella sua visita in Israele, “tra cui migliaia di bambini. Sappiamo che la gente è costretta a lasciare le proprie case e ha bisogno di assistenza”.



Borrell: “Bisogna garantire gli aiuti umanitari e la liberazione degli ostaggi”

Andando avanti nel suo discorso, Borrell ha ricordato la posizione dell’UE, che è quella di pieno sostegno “all’autodifesa di Israele“, ma è importante che questi riconosca anche la necessaria “assistenza umanitaria. L’UE e le Nazioni Unite continuano a chiedere un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro e senza ostacoli e l’invio di aiuti attraverso tutte le misure necessarie, compresi i corridoi umanitari e le pause”.

Il mondo, secondo Borrell, a causa della guerra tra Israele e Hamas “sta vivendo un momento di profonda sofferenza”, ragione per cui lui ha deciso di scendere in campo “per condividere il vostro lutto, il vostro dolore e per sottolineare la solidarietà dell’UE con il popolo israeliano”. Non ci sono giustificazioni “per il fatto che donne, bambini e anziani vengono rapiti dalle loro case e portati in ostaggio a Gaza”. Questo è un altro punto fondamentale, tanto per Israele, quanto per Gaza, “dare libertà agli ostaggi” cercando di fare il possibile per “evitare che questi orrori si ripetano”. A lungo termine rilancia l’idea di una necessaria “soluzione sostenibile“, ma senza citare l’ipotesi dei due stati, sulla quale ha più volte insistito in passato.