La quarta ondata di coronavirus in Israele, dove c’è stata una campagna di vaccinazione di richiamo, ha colpito in particolare la comunità araba. I dati mostrano che i tassi di vaccinazione tra gli arabi sono significativamente più bassi rispetto agli ebrei israeliani. Secondo i dati del Ministero della Salute, le dieci città e paesi in cui la pandemia si sta diffondendo al ritmo più alto sono tutte arabe. Le principali comunità – Taibeh, Nazareth, Yarka, Rahat e Kalansua – sono sparse in tutto il Paese, il che suggerisce che il picco non è legato a un’area geografica specifica.
Il Comitato di emergenza, che aiuta a coordinare la risposta israeliana al coronavirus nella comunità araba, ha detto che solo il 35 per cento degli arabi ha ricevuto la terza dose, rispetto al 56 percento tra gli ebrei ultra-ortodossi e al 73 per cento tra gli ebrei israeliani non Haredì. Il 71 per cento degli arabi ha ricevuto la prima dose, ma solo il 62 per cento ha avuto la seconda. Secondo il Ministero della Sanità, il 19 per cento degli arabi di età compresa tra i 20 e 29 anni ha ricevuto una vaccinazione di richiamo, rispetto al 56 per cento degli ebrei della stessa fascia di età. I tassi di vaccinazione sono anche più bassi tra gli anziani, che sono a più ad alto rischio: il 66 per cento degli arabi di età compresa tra i 60 e 69 anni ha ricevuto un vaccino di richiamo, rispetto all’88 per cento dei loro coetanei ebrei.
ISRAELE, CONTAGI COMUNITA’ ARABA PER “MANCANZA DI INFORMAZIONI SCIENTIFICHE”
Ayman Saif, il funzionario del Ministero della Sanità di Israele che guida la campagna contro il coronavirus nella comunità araba, ha detto ad Haaretz che ciò che impedisce a molti arabi di farsi vaccinare è “la mancanza di informazioni scientifiche e mediche che spieghino l’importanza e l’urgenza di ottenere la terza dose accessibile e adattato per la comunità araba”. Ha aggiunto che “c’è anche una sorta di apatia, un’assenza di una sensazione di crisi, che influenza il ritmo lento delle vaccinazioni”. Saif ha osservato che in questa ondata di infezioni, a differenza di prima, oltre il 60% dei nuovi casi riguarda adolescenti e bambini sotto i 18 anni.
Il sindaco di Majda al-Krum, Salim Salibi, ha affermato che il 70% dei nuovi casi nella città sono tra i bambini delle scuole elementari. Ha fatto interrompere l’insegnamento in presenza nella sua città, così come il sindaco di Taibeh. A Kafr Kara, dove due scuole primarie sono state temporaneamente chiuse, il sindaco Firas Badahi ha affermato che la maggior parte dei nuovi casi proviene da studenti, insegnanti o genitori degli studenti. “Il problema è che non abbiamo strumenti per affrontare questo problema in modo adeguato”, ha detto. “Se il pubblico, e in particolare i genitori, non sono disciplinati, è impossibile contenere l’epidemia”. Ma Badahi addebita gran parte della colpa al ministero dell’Istruzione, che ha accusato di non aver preparato adeguatamente l’inizio dell’anno scolastico.
ISRAELE: “ARABI SONO STATI LASCIATI SENZA RISPOSTE ADEGUATE”
La scorsa settimana, un forum di sindaci arabi ha inviato una lettera al direttore generale del ministero dell’Istruzione di Israele Yigal Slovik per lamentarsi dei preparativi difettosi contro il Covid del ministero per l’apertura dell’anno scolastico. “Sembra che tutti fossero in vacanza, lasciando la società araba senza risposte adeguate nonostante l’emergenza, esponendola così, purtroppo, a questa terribile malattia”, si legge nella lettera, che accusava anche Slovik di aver rinviato numerosi incontri e di aver definito irrispettoso il suo comportamento. I sindaci, quindi, hanno deciso di boicottare con lui un incontro che avrebbe dovuto svolgersi questa domenica e hanno chiesto invece di incontrare il ministro dell’Istruzione Yifat Shasha-Biton.
Il ministero dell’Istruzione ha risposto che Slovik “attribuisce grande importanza alla collaborazione con la leadership della comunità araba, compresi i dirigenti scolastici”. L’ultimo incontro in programma, il 22 settembre, “è stato posticipato a causa di un incontro con il primo ministro e altri professionisti, compresi i responsabili della pandemia in generale e nella società araba, sui provvedimenti per limitare la diffusione del coronavirus nell’area araba. Il direttore generale terrà un incontro con i leader arabi il prima possibile al fine di continuare a garantire la routine degli studi nelle scuole arabe proteggendo al contempo la salute degli studenti e del personale”, ha aggiunto la nota.