Israele, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, sta iniziando a pompare acqua di mare nei tunnel della striscia di Gaza con l’obiettivo di distruggere le infrastrutture sotterranee che sarebbero sotto il controllo di Hamas. La fonte dell’indiscrezione, citata dal quotidiano, sono alcuni dirigenti americani informati sulle operazioni dell’esercito di Tel Aviv. Alcuni rumors erano emersi anche la scorsa settimana, quando era stato assemblato il sistema.
Il meccanismo sarebbe capace di inondare 480 chilomentri di cunicoli, dove secondo il Governo israeliano si nascondono numerosi combattenti dell’organizzazione terroristica. Quest’ultima, in realtà, ha sempre negato, affermando piuttosto che questi tunnel vengono utilizzati dai civili per rifugiarsi dai bombardamenti. Adesso che le grandi pompe idriche installate a nord del campo profughi di al Shati sembrano essere entrate in azione, è da comprendere quali saranno le conseguenze. Sia in termini di potenziali perdite di vite umane anche in virtù dell’interruzione dell’approvvigionamento idrico, sia dal punto di vista ambientale.
Israele pompa acqua di mare nei tunnel di Gaza: l’indiscrezione del Wall Street Journal
Israele aveva informato gli Stati Uniti alcune settimane fa della possibilità di pompare acqua di mare nei tunnel della striscia di Gaza per distruggere le infrastrutture sotterranee potenzialmente a disposizione dei combattenti di Hamas per i loro spostamenti. Gli americani tuttavia avevano manifestato alcuni dubbi su questa strategia. È per questo motivo che da Tel Aviv sarebbe arrivata la promessa di uno studio di fattibilità del piano e dei fattori ambientali connessi, successivamente al quale pare si sia passati all’azione.
L’indiscrezione del Wall Street Journal non è stata né confermata né smentita dal Governo di Benjamin Netanyahu, il quale tuttavia aveva anticipato che questa seconda fase della guerra tra Israele e Hamas sarebbe stata “militarmente complicata”. Se il piano dovesse essere effettivamente iniziato, la distruzione dei cunicoli verrebbe completata in poche settimane. Le cinque pompe infatti sarebbero capaci di attingere in poco tempo grandi quantità di acqua dal Mar Mediterraneo e spostarne migliaia di metri cubi all’ora.