Israele ha approvato i piani per un’operazione militare a Rafah, nel sud di Gaza. A comunicarlo, l’ufficio di Netanyahu in una nota: “Il primo ministro israeliano Netanyahu ha approvato venerdì i piani per un’operazione militare a Rafah, e l’esercito si sta preparando operativamente per questa e per l’evacuazione dei residenti” ha detto. Diversi Paesi, come sottolinea Trt World, hanno messo in guardia Israele dall’effettuare un’operazione militare a Rafah, che secondo rapporti internazionali ospita più di 1,4 milioni di palestinesi. L’obiettivo di Netanyahu sarebbe quello di spostare i civili verso “isole umanitarie” al centro della Striscia, ma non sono ancora chiare modalità e tempistiche dell’operazione. Il governo di Tel Aviv ha iniziato la propria offensiva militare su Gaza dopo l’incursione del 7 ottobre guidata da Hamas, che avrebbe provocato 1.200 vittime. Da quel momento, 31.490 palestinesi sono stati uccisi a Gaza e altri 73.439 sono rimasti feriti. A preoccupare anche la carenza di beni di prima necessità e medicinali.
In seguito alla deliberazione del governo israeliano sulla proposta di cessate il fuoco di Hamas, Tel Aviv ha annunciato l’invio di una delegazione a Doha per parlare con i funzionari. Giovedì sera, il gruppo di resistenza palestinese Hamas ha presentato ai mediatori del Qatar e dell’Egitto la sua proposta per un cessate il fuoco a Gaza e un accordo sullo scambio di prigionieri con Israele. Il gruppo ha fatto sapere che la propria posizione prevede uno stop dei bombardamenti su Gaza, la consegna di aiuti, il ritorno dei palestinesi sfollati alle loro case e il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza. Inoltre è stato proposto uno scambio di prigionieri con Israele.
Israele propone l’evacuazione di Rafah. L’Onu: “Impensabile”
Nel caso di un’offensiva militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha lanciato l’allarme contro una “catastrofe”. In un’intervista alla televisione austriaca ORF, Turk ha chiesto un “cessate il fuoco per ragioni umanitarie. Non so nemmeno quali altre parole usare. Ma sarebbe impensabile”. Durante l’intervista, il funzionario delle Nazioni Unite ha sottolineato che circa 1,5 milioni di persone vivono a Rafah in uno spazio ristretto. La Striscia di Gaza è una delle zone più densamente popolate del mondo: per questo l’Onu ha dubbi sull’annuncio di Israele di spostare la popolazione civile in zone sicure prima di un attacco.
Turk ha ancora spiegato che le Nazioni Unite non erano a conoscenza di alcun piano israeliano di evacuazione. Ha aggiunto: “Mi sembra quasi impossibile realizzare una cosa del genere. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è estremamente precaria”. Nel Nord, in particolare, è “quasi impossibile ottenere un vero aiuto umanitario”, ha detto Turk. Ciò di cui c’è bisogno nella Striscia di Gaza sono gli aiuti umanitari, “ma non arrivano nella misura necessaria”, ha aggiunto il funzionario delle Nazioni Unite. Israele intanto, nonostante la sentenza provvisoria della Corte internazionale di giustizia, continua il suo attacco alla Striscia di Gaza, dove almeno 31.490 palestinesi sono stati uccisi, per lo più donne e bambini.