Rischio escalation dopo l’attacco di Israele in Siria. Un edificio adiacente all’ambasciata dell’Iran è stato bombardato a Damasco: il fatto rilevante è che è stata confermata la morte del generale Mohammad Reza Zahed, alto ufficiale dei Guardiani della Rivoluzione. Dopo che si è diffusa la notizia dell’attacco aereo, si è parlato di sei morti, ma dalle immagini che arrivano dalla capitale siriana si evince che i danni del raid potrebbero essere anche più ingenti. Infatti, l’intero edificio è collassato e diverse macchine sono carbonizzate nel quartiere di Mezzeh, dove ci sono diverse ambasciate.
Stando a quanto riportato dal sito iraniano Students News Network (Snn), ripreso da Reuters, sarebbero stati colpiti il consolato e la residenza dell’ambasciatore dell’Iran, che però non era presente all’interno ed è salvo come la sua famiglia. «Erano edifici appartenenti all’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran, avevano la bandiera», afferma la testata. Da Teheran è stata annunciata una dura risposta a Israele, che invece non ha commentato la notizia dell’attacco aereo. Peraltro, Israele conduce da anni raid mirati su obiettivi o operazioni del genere, senza mai rivendicarli.
MORTI E FERITI NELL’ATTACCO AEREO DI ISRAELE A DAMASCO
La Siria è uno degli alleati principali dell’Iran nella regione. Viene usata come “piattaforma” anche per la distribuzione di uomini, armi e addestramenti, in particolare con il corpo delle Guardie Rivoluzionarie. Il ministro della Difesa siriano ha dichiarato che l’attacco di Israele ha preso di mira l’edificio del consolato alle ore 17 locali e avrebbe provocato «molti morti e feriti». Le difese aeree siriane hanno abbattuto alcuni dei missili lanciati, ma altri missili sono riusciti a passare e «hanno distrutto l’intero edificio, uccidendo e ferendo tutte le persone all’interno».
Il ministero ha aggiunto che si sta lavorando per recuperare i corpi e salvare i feriti da sotto le macerie, senza fornire informazioni sulla loro identità. Per l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), ong che ha sede nel Regno Unito, che si basa su una rete di fonti sul terreno in Siria, i morti sarebbero almeno otto. Secondo la TV di Stato, ci sarebbero anche diversi diplomatici. Sarebbero l’alto dirigente della Forza Quds, due consiglieri iraniani e cinque membri delle Guardie rivoluzionarie.