Il premier d’Israele, Benjamin Netanyahu, ha deciso di bloccare l’iter di approvazione della nuova riforma della giustizia dopo le maxi proteste che hanno travolto il Paese. Come riferisce TgCom24.it, alla luce della crescente tensione degli ultimi giorni, con annesso licenziamento del ministro della Difesa (contrario alla Riforma), il primo ministro ha deciso di fare un passo indietro congelando il provvedimento. “Non possiamo avere una guerra civile”, le parole di Netanyahu in un discorso alla nazione: “Troverò una soluzione a tutti i costi”, ha aggiunto. La decisione, ha spiegato ancora il primo ministro d’Israele, la si deve per dare del tempo e poter così dare vita ad un esame allargato durante la prossima sessione parlamentare e “raggiungere un’intesa”.
Parole che sono state accolte con favore dall’Opposizione, con Benny Gantz, leader del partito centrista Mahane Mamlachti, che ha commentato: “Mi presenterò al dialogo con cuore aperto e anima sincera”. Yair Lapid, leader del partito centrista Yesh Aitd, ha invece spiegato di essere disposto al dialogo, mentre i sindacati hanno revocato lo sciopero generale. “Ora è giunta un’opportunità unica. Costruire di nuovo il nostro Paese”, alcune delle parole del capo dell’esecutivo nel corso del suo discorso alla nazione.
ISRAELE, NETANYAHU CONGELA RIFORMA GIUSTIZIA: “SIATE RESPONSABILI”
“In questo momento riceviamo molto sostegno, anche da Paesi esterni. Sappiamo che il Paese ha bisogno di riforme”. Quindi rivolgendosi direttamente ai manifestanti ha spiegato: “Siate responsabili. Non lasciatevi andare alle provocazioni. Il nostro metodo democratico è quello giusto. Non priviamo il popolo della possibilità di scegliere. Cercheremo di giungere a un accordo che riesca a comporre la controversia”.
Netanyahu ha poi voluto puntare il dito nei confronti di una “minoranza estremista” che sta “lacerando Israele”, spiegando di aver chiesto più volte il dialogo e che “non deve esserci una guerra civile”. Quindi ha concluso: “Quando c’è una possibilità per evitare la guerra civile attraverso il dialogo, mi prendo una pausa per il dialogo”.