Israele, la guerra a Gaza, gli attacchi del 7 ottobre e l’antisemitismo delle università USA stanno, secondo il filosofo, docente e giornalista Giovanni Maddalena, dimostrando “il dilemma della cultura woke”. Sulla stessa esistenza dello stato ebraico, spiega in un ragionamento affidato alle pagine del Foglio, “si gioca il fondamento della cultura occidentale post Seconda guerra mondiale” che è “una battaglia che avviene necessariamente negli USA”.



La cultura woke, insomma, si starebbe sgretolando davanti alla guerra che interessa, in questo momento, Israele e Hamas, perché si basa sul tentativo di “conciliare la giustizia sociale con l’assoluta autodeterminazione del mondo liberale capitalista. Ciascuno può dire o fare quel che vuole ma ciò crea inevitabilmente disparità”, che diventano, inevitabilmente, un problema da eliminare “all’origine”, cancellandone le tracce storiche. La cultura woke, dunque, diventa “cancel culture”, che se applicata in modo sistematico crea un cortocircuito nella questione di Israele. “Il caso di attacco terroristico è eclatante ma la reazione israeliana non [è] proporzionata nei canoni occidentali”, spiega Maddalena, e quindi “bisogna schierarsi con i palestinesi perché sono in condizioni di svantaggio. Anzi, sarebbe meglio eliminare direttamente gli avvantaggiati“.



Maddalena: “L’ideologia woke è incompatibile con la questione ebraica di Israele”

Eppure, in questa folle volontà dei woke di eliminare Israele, si nasconde un problema fondamentale, ovvero che “la questione ebraica è la questione per eccellenza dell’occidente. È l’unico mito fondativo dell’ordine occidentale dopo la Seconda guerra mondiale”, perché “l’occidente è costruito sul non ripetere mai più i campi di sterminio nazisti. Il ‘mai più la guerra’ dei tre fondatori dell’Europa è un sottoprodotto del ‘mai più l’Olocausto‘”, che diventa anche “l’unico motivo per accettare le ingiustizie sociali del capitalismo, l’imperfezione e la lentezza delle democrazie liberali, l’incombente controllo della società”.



“Israele è l’emblema di questa volontà”, spiega ancora Maddalena nel suo ragionamento sul cortocircuito woke, “del non volere piombare mai più nel secolo cane-lupo, nell’odio per ciò che un altro essere umano è e non per quello che fa o dice”. Risulta, nella contemporaneità, paradossale “che in nome della giustizia sociale si attacchino di nuovo gli ebrei, che abbiamo difeso come emblema della giustizia sociale”. Non ci rimane, dunque, che scegliere se continuare a considerare gli ebrei e Israele “il nostro mito fondativo”, perché secondo Maddalena “vuol dire continuare a vivere nell’ordine“, mentre rimuovendolo “significa passare all’incertezza di un terreno totalmente sconosciuto”.