L’assalto da parte dell’esercito di Israele nella Striscia di Gaza sembra essere ormai una certezza, con gli osservatori che più che chiedersi “se”, si concentrano esclusivamente sul “quando”. Solamente un paio di giorni fa, infatti, Tel Aviv ha caldamente suggerito a tutti i palestinesi di portarsi in salvo nella zona Sud della Striscia, che sarà probabilmente risparmiata dagli scontri contro Hamas, mentre da ieri i mezzi terrestri e aerei stanno venendo progressivamente spostati in posizione.



Repubblica, per comprendere meglio come Israele tenderà a condurre l’assalto della Striscia di Gaza, con il quale si auspica di eliminare Hamas e liberare i numerosi ostaggi, per i quali non si è ancora riusciti a trovare un accordo per farli uscire in sicurezza, ha analizzato su quali mezzi, uomini e tattiche può contare Tel Aviv. A livello numerico, si tratta di almeno 2.200 carri armati, 530 armi da artiglieria, 339 aerei, dei quali 309 per gli attacchi da terra, 142 elicotteri, 49 navi da guerra e 5 sottomarini. Le unità speciali di Israele, invece, che saranno probabilmente impiegate tutte nell’assalto alla Striscia di Gaza, sono divise in 5 divisioni, tra le quali la Flottiglia 13 considerata al pari dei Navy Seals americani.



Israele e l’assalto alla Striscia di Gaza: com’è organizzato l’esercito di Tel Aviv

Ma il fiore all’occhiello dell’esercito di Israele, che guiderà l’assalto alla Striscia di Gaza, è sicuramente la fanteria, anche chiamata Forze di difesa israeliane (in ebraico Tsahal), istituito nel 1948 da David Ben-Gurion. All’epoca la concezione era quella di cittadini armati che combattono per la loro stessa libertà, a lungo attesa e voluta durante gli orrori della Seconda guerra mondiale, e che ha definito l’organizzazione dell’esercito fino ai giorno nostri, in cui la questione della sopravvivenza e della libertà è più attuale che mai.



Da quel momento in Israele vige una leva obbligatoria che porta tutti gli uomini e donne ad prestare servizio per un periodo tra i 24 e i 34 mesi, ad esclusione degli arabo-israeliani e degli ultra ortodossi. Attualmente Tel Aviv per rimpolpare le sue linee in vista dell’attacco che si spera essere decisivo, ha convocato circa 300mila riservisti dell’esercito, tra quelle persone che dopo la leva hanno deciso di non continuare la carriera militare. Negli anni l’esercito di Israele che ora guiderà l’assalto a Gaza si è evoluto soprattutto dal punto di vista tecnologico, ma Benny Gantz, capo di Stato Maggiore nel 2014, capì che era meglio organizzarsi per imparare a combattere un nemico non convenzionale, come Hamas. Così, ora l’esercito lavora più come una squadra pronta a combattere una guerriglia urbana, dove il nemico usa mezzi e armi non convenzionali, oltre che trappole, mine e agguati.