Israele, con il supporto USA e britannico, ha intensificato gli attacchi agli Houthi, che, da parte loro, non mancano di lanciare razzi e droni verso Tel Aviv e altre città israeliane. Ma l’obiettivo vero di Netanyahu resta l’Iran. Anzi, spiega Vincenzo Giallongo, generale dei Carabinieri, con al suo attivo missioni in Iraq, Albania, Kuwait e Kosovo, già si parla di un dossier israeliano presentato all’amministrazione Trump proprio per attaccare Teheran. L’offensiva nei confronti degli Houthi, quindi, altro non sarebbe che l’ultima fase di un’operazione contro le milizie sostenute dagli iraniani, prima di sferrare quello decisivo al Paese che le ha protette finora. L’obiettivo è cambiare il regime degli ayatollah, stroncando così definitivamente altri finanziamenti ai proxy.
Netanyahu ha detto che Israele combatterà contro gli Houthi fino a che non finirà il lavoro; l’ambasciatore israeliano all’ONU, Danny Danon, ha mandato un ultimo avvertimento affinché smettano di lanciare missili e droni. Dopo Gaza, il Libano, la Siria, ora si sta intensificando la guerra anche su questo fronte?
Israele deve chiudere il cerchio: è riuscito a eliminare Hezbollah, costringendolo a un armistizio per evitare di soccombere definitivamente; sta quasi risolvendo il problema Hamas, anche se ormai il vero obiettivo è il controllo della Striscia di Gaza; nel frattempo sostiene la guerra anche con gli Houthi. Le milizie filo-iraniane yemenite vorrebbero il controllo del Mar Rosso, ma questo è inaccettabile per tutti gli occidentali che hanno necessità di quella rotta navale per far circolare le loro merci. Non a caso, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha criticato fortemente gli attacchi Houthi quasi al completo: tutti sono interessati alla libera circolazione nel Mar Rosso.
Tutti i proxy dell’Iran hanno subito pesanti sconfitte, come mai gli Houthi continuano ad attaccare Israele?
Se andiamo a vedere le ultime due settimane, gli attacchi sono stati da parte degli israeliani: gli Houthi hanno solo risposto. In realtà, stanno cercando di consolidare il potere all’interno dello Yemen, tanto che hanno conquistato gran parte del territorio e sono adesso in piena discussione con i sauditi (loro avversari, nda) per prendere il potere; pensano più a terminare una guerra interna, comunque dispendiosa. Per loro, però, Israele è un vero nemico, per questo cercano di combatterlo in tutti i modi. Ma, ripeto, se andiamo ad analizzare le loro azioni, sono sempre state in risposta ad attacchi israeliani o americani.
Hamas ed Hezbollah erano minacce vicine a Israele, perché Tel Aviv ha la stessa necessità di liberarsi anche degli Houthi?
Gli Houthi sono un po’ più distanti, ma possono raggiungere con i loro missili il territorio israeliano e vorrebbero controllare il Mar Rosso. E questo non può essere accettato né dagli israeliani né dagli occidentali. Penso che, se volessero mantenere il potere nello Yemen, come fanno i talebani in Afghanistan, dovrebbero smettere di lanciare missili contro Israele e di minacciare le navi che transitano nel Mar Rosso. Per Israele, comunque, togliere di mezzo gli Houthi vuol dire indebolire fortemente Teheran. E non escludo che poi venga attaccato proprio l’Iran.
Il fatto che gli Houthi si muovano militarmente solo per rispondere al fuoco israeliano e occidentale significa che sono già stati indeboliti?
Certamente; americani e britannici hanno condotto azioni dirette contro depositi di armi e munizioni, piuttosto che porti dove potevano arrivare le navi iraniane. Gli Houthi non hanno la forza di sostenere una guerra contro Israele, America e Gran Bretagna insieme. Gli israeliani ne approfitteranno, visto che ormai anche l’Iran può sostenerli fino a un certo punto.
Da qualunque parte la si guardi, alla fine si finisce per parlare di Iran. Se n’è parlato tanto, ma il rischio di un attacco al regime degli ayatollah è più concreto di prima?
Ci sono voci, e credo che siano vere, secondo le quali Israele ha preparato e consegnato all’amministrazione Trump un dossier dove si prevede l’attacco all’Iran: si aspetta solo che Trump assuma la presidenza.
Quindi l’attacco agli Houthi è solamente l’ultima tappa di avvicinamento all’attuazione di questo piano?
Sì, è la chiusura del cerchio: Hezbollah, Hamas, poi gli Houthi e infine l’Iran. Gli israeliani attaccheranno ancora, così come americani e britannici, anche se questi ultimi lo faranno essenzialmente per avere il controllo del Mar Rosso.
E questo scenario, a parte l’Iran, fa comodo anche agli altri Paesi dell’area?
Assolutamente sì, infatti neppure Guterres, segretario generale dell’ONU, ha avuto da dire sugli attacchi agli Houthi.
Ma l’obiettivo degli occidentali nei confronti degli Houthi è solamente di neutralizzarli dal punto di vista militare o vorrebbero un cambio di regime anche nello Yemen?
Il cambio di regime sarebbe auspicabile, ma non credo che tendano a questo: l’intento occidentale è di neutralizzarli militarmente. Diverso è l’interesse di Israele: non si accontenterà del Mar Rosso libero. La situazione va osservata anche da un altro punto di vista.
Quale?
L’eliminazione degli Houthi potrebbe avvenire come conseguenza dell’eliminazione dell’Iran. Ecco perché sono convinto che il dossier di cui si parla esista e che veramente gli israeliani intendano chiudere con l’Iran, che per ora è ancora controllabile, ma, se dovesse riuscire a realizzare ordigni nucleari, diventerebbe molto più pericoloso. Per essere sicuri che i proxy non agiscano più, bisogna colpire l’Iran e cambiare il regime. Voltata pagina, Teheran non finanzierà più né Hamas né Hezbollah né gli Houthi.
(Paolo Rossetti)
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