Che cos’è una sineddoche? È una figura retorica che esprime una parte per il tutto: ad esempio vela per nave, ferro per spada. Da tempo, in gran parte del giornalismo, è una delle figure retoriche più usate. Si parla a volte dei “tifosi” delle squadre intendendo solo quelli della “curva”. Si parla delle “donne” spesso quando c’è qualche manifestazione femminista. Ora vengono presentate le manifestazioni pro-Palestina e contro Israele come iniziativa degli “studenti”.



Chi ha visto passare queste manifestazioni oltre a un po’ di probabili attuali studenti, ha visto anche diversi “studenti” che forse più che fuori corso sarebbe meglio definirli “di lungo corso”. Nel complesso questi studenti che vorrebbero a volte anche occupare i rettorati per sospendere la collaborazione scientifica con le autorità israeliane rappresentano solo una piccolissima parte degli studenti universitari.



In verità, secondo me, ci sarebbero molti altri studenti (e non solo loro) che sarebbero d’accordo nel denunciare il progetto di vendetta del governo di Tel Aviv. Questi altri studenti (e non solo loro) però vorrebbero anche denunciare la violenza operata da Hamas, la sua pretesa di distruggere Israele, la volontà di rifiutare la soluzione dei due Stati, ecc., ecc. Così una minoranza, spesso anche violenta, di studenti e di presunti tali, dichiarandosi tra l’altro anti-fascista, sta operando con i metodi che furono propri del fascismo: una minoranza “aggressiva” che pretende di rappresentare tutti. E gli altri studenti? E le forze politiche? Forse sarò un po’ cattivo a pensare male, ma ho il sospetto che queste manifestazioni in fondo sono tollerate, perché presto si andrà a votare, e per la maggioranza della gente certe cose suggeriscono di votare per più ordine e disciplina.



Nella sinistra dove le vocazioni sono in calo non meno che nella Chiesa, c’è forse la speranza che tra quei giovani si possano trovare i quadri del futuro. Magari aggregandoli a quei giornalisti radical-chic che li hanno adottati come rappresentanti di tutti gli studenti con buona pace della verità dell’informazione. Comunque, la collaborazione scientifica con ogni paese, compresi quelli come l’Iran, va difesa come strumento di dialogo, necessario con chiunque, se si vuole la pace. Inoltre, l’aspetto dello scambio degli studenti credo che sia fondamentale anche per chi vuole favorire la nascita della democrazia anche là dove ce n’è poca o non ce n’è per nulla.

 

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