Quando scatterà l’attacco di Israele all’Iran? Secondo fonti americane sarebbe una questione di ore. Ci sono date e dichiarazioni che creano una grande tensione, non solo nel Medio Oriente, ma a questo punto in tutto il mondo.

Il lancio di 180 missili operato dall’Iran il 1° ottobre, dopo il tragico anno vissuto a Gaza e in Cisgiorania, è stato come il segno di un’ulteriore svolta in questa guerra “regionale”, che ha tutto l’aspetto di trasformarsi presto in un conflitto globale, perché dietro ai protagonisti della guerra sul campo ci sono le grandi potenze che stanno sfruttando la crisi dell’ordine mondiale, giocando ognuna a loro vantaggio, chi per guadagnare terreno, chi per riprendersi il ruolo di principale interprete della leadership mondiale.



L’Iran avrebbe risposto con l’attacco a Israele all’uccisione di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah in Libano, e alle incursioni sistematiche, alle altre azioni e uccisioni mirate, operate, tra i leader di Hamas e Hezbollah, dagli israeliani in Libano, nella striscia di Gaza e altrove. Ma l’Iran non ha certo dimenticato che oggi, 7 ottobre 2024, è l’anniversario del pogrom di un anno fa operato da Hamas (ma a cui hanno contribuito Hezbollah e la stessa Iran) in Israele contro millecinquecento cittadini ebrei, con un’azione terrificante.



Di fatto quell’eccidio, anche se non c’è pace da anni in questa zona del Medio Oriente, ha scatenato subito le reazioni di Tel Aviv su Gaza, in un modo altrettanto terrificante. Poi la sequenza degli assassinii mirati, a cominciare da quello del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, attuato alle 2 del mattino lo scorso 30 luglio proprio a Teheran. Vere prove di guerra.

Si può aggiungere che a questo punto, per un’ulteriore escalation del conflitto, sia arrivato con una sinistra puntualità, o forse è stato cercato, l’anniversario di quel tragico 7 ottobre dello scorso anno, quasi con scadenze programmate.



Con questo incrocio di date e avvenimenti, oggi il Medio Oriente sembra una polveriera che minaccia di esplodere. Infatti alle date e agli avvenimenti si accompagnano le dichiarazioni. È Netanyahu a parlare subito dopo l’attacco iraniano di martedì scorso: “Nessun Paese al mondo accetterebbe  un simile attacco alle sue città e ai suoi cittadini. Israele ha il dovere e il diritto di difendersi e rispondere a questo attacco. E noi lo faremo”.

L’ayatollah Khamenei, guida spirituale e politica dell’Iran, ha replicato: “L’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre dell’anno scorso è stata un’operazione legittima, così come il lancio di missili da parte di Teheran sullo Stato ebraico. Anzi è stata una punizione minima rispetto ai crimini sconvolgenti di Israele”.

Per concludere queste aperte dichiarazioni di guerra, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ipotizza attacchi, raid, incursioni a Teheran come a Gaza e a Beirut. È quindi un crescente confronto per prepararsi a una guerra che sconvolgerebbe tutto il Medio Oriente e, dimenticando ogni forma di diplomazia, coinvolgerebbe le grandi potenze, che si stanno già confrontando su tutto e sono alle prese con un’ altra guerra come quella che sconvolge l’Ucraina.

A questo punto sorge un’altra drammatica domanda. Se Israele si prepara a a colpire Teheran con un’azione e se l’Iran replica con avvertimenti precisi, diventa angosciante il momento, l’ora, il giorno in cui tutto dovrebbe avere inizio, in un quadro dove si continua a combattere in Libano, a Gaza e Cisgiordania.

Come si diceva, gli americani conoscerebbero il momento in cui Israele attaccherà. Secondo indiscrezioni e qualche mezza dichiarazione colta in ambienti bene informati, si parlerebbe addirittura di ore, mentre molti ritengono che oggi 7 ottobre 2024, Israele risponderebbe al pogrom orrendo fatto dalle organizzazioni terroristiche che hanno agito contro Israele e che avrebbero agito tutte con la copertura dell’Iran.

Forse tutto apparirà più chiaro nel giro di 24 ore, forse, perché la data di oggi sembra troppo scontata. È possibile che Israele, per creare ancora più tensione, attenda a muoversi ancora qualche giorno. Difficile stabilire. Tuttavia il fatto più importante che appare agli analisti sarà l’intensità di questo attacco.

Israele bombarderà indiscriminatamente? Quali bersagli attaccherà? Colpirà anche i posti dove si prepara l’arma nucleare che gli iraniani vogliono realizzare? È talmente tesa la situazione in Iran che Khamenei si rifugia nei bunker e a Teheran è stato chiuso l’aeroporto.

Si può anche ritenere che all’inizio ci saranno attacchi a bassa intensità e poi, dopo il 5 novembre, quando verrà eletto il nuovo presidente americano, dati i rapporti sempre solidali, anche se a volte con qualche divergenza, tra Israele e Usa, si potrà misurare l’intensità dell’azione israeliana e si comprenderà che cosa accadrà nei prossimi anni.

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