Dopo l’agguato alla stazione Termini di Roma, l’attenzione si è focalizzata sulla caccia all’aggressore, che tra l’altro è stato arrestato oggi alla stazione Centrale di Milano. Ma sono tanti gli aspetti di quest’aggressione che vanno chiariti e riguardano anche la vittima, in particolare la sua identità. La ragazza israeliana che è stata accoltellata è davvero Abigail Dresner? E cosa ci faceva a Roma. Stando a quanto riportato dal Messaggero, gli agenti della polizia e gli uomini della Polfer hanno iniziato una fitta rete di ricerche non solo per dare un nome all’uomo che è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza.



Quando la ragazza è stata sorpresa alle spalle, non è rimasta immobile. Ha reagito prontamente, come se fosse addestrata, scrive il giornale. Proprio questa reazione le ha salvato la vita, visto che solo uno dei colpi ricevuti le ha causato una ferita seria, cioè la perforazione del fegato, ma comunque non mortale. L’indagine, dunque, è a dir poco complessa per la procura di Roma.



CHI È DAVVERO L’ISRAELIANA AGGREDITA A TERMINI?

Pare però che sulla vicenda abbia mostrato la sua attenzione anche Israele. Stando a quanto riportato dal Messaggero, sulla procura di Roma si sono rivolte le attenzioni dei funzionari dell’ambasciata di Tel Aviv e dei servizi di sicurezza israeliani. Infatti, c’è un particolare che gli investigatori stanno approfondendo. La giovane, oltre ad uno zaino rosso, aveva con sé anche una borsa con scritte in caratteri ebraici. Inoltre, è presente il logo “Shkedia“, che è il più grande produttore di cereali in Israele. Dunque, c’è il dubbio che dietro l’aggressione della 24enne israeliana possa esserci una matrice religiosa, ma non è comunque questa la pista principale. Infatti, i pm romani hanno aperto un fascicolo ipotizzando solo il reato di tentato omicidio, escludendo la matrice terroristica e quella dell’odio razziale. La vittima dell’aggressione, ricoverata nel reparto di Chirurgia d’urgenza del Policlinico Umberto I, oltre a ricevere la visita della famiglia e della polizia italiana, è stata ascoltata anche da una delegazione dell’ambasciata israeliana. Avrebbero parlato a lungo, forse non solo per ricostruire quanto accaduto, ma anche per chiarire gli spostamenti fatti quel giorno, visto che era scesa da un altro treno.

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