Dopo più di 3 mesi dall’inizio dell’emergenza coronavirus in Italia l’Istituto Superiore di Sanità presenta l’indagine conclusiva sul tema forse più delicato e tragico dell’intera crisi sanitaria: le morti per Covid-19 nelle Rsa, una strage nazionale che per mesi veniva raccontata senza dati precisi all’interno dei bollettini della Protezione Civile e nei monitoraggi Iss. Oggi finalmente la conclusione di questa lunga e complicata indagine e non mancano le sorprese: «Sono 9.154 i morti nelle Rsa, 680 positivi al tampone e 3.092 con sintomi influenzali», rivela il report presentato ieri sera dal Presidente Iss Silvio Brusaferro. I dati – emersi in collaborazione con il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale – sul contagio Covid-19 nelle case di cura e strutture Residenziali e Sociosanitarie (Rsa) hanno visto come il 41,2% dei potenziali morti con coronavirus sia avvenuto all’interno di queste strutture. Attenzione però, secondo l’indagine approfondita su 1356 strutture (pari al 41,3% di quelle contattate, che hanno riportato dati riferiti al periodo dal 1 febbraio al 30 aprile 2020) solo il 7,4% del totale dei decessi vede riscontro di infezione da SARS-CoV-2 mentre il 33,8% con sintomi simil-influenzali a cui non è stato effettuato il tampone.
LE CONCLUSIONI DELL’INDAGINE ISS
Secondo le conclusioni dell’indagine Iss sulle Rsa italiane durante la fase più emergenziale del coronavirus, mediamente sono stati riportati 74,8 posti letto per struttura, con un range da 8 a 667 posti letto: ebbene, le 1356 strutture hanno riportato un totale di 97521 residenti alla data del 1° febbraio 2020, con una media di 72 residenti per struttura. Oltre ai dati sui decessi che mostrano come vi sia certezza sulla morte per coronavirus solo nel 7% dei casi, l’indagine Iss-Garante ha preso in considerazione anche le varie difficoltà riscontrate nel lavoro all’interno delle Rsa: nelle 1259 strutture che hanno risposto alla domanda, «972 (77,2%) hanno riportato al momento del completamento del questionario la mancanza di dispositivi di protezione individuale, mentre 263 (20,9%) hanno riportato una scarsità di informazioni ricevute circa le procedure da svolgere per contenere l’infezione».
Non solo, conclude l’Iss, le varie strutture segnalano mancanza di farmaci (123, ovvero il 9,8%), 425 (33,8%) lamentano l’assenza di personale sanitario sufficiente, 157 (12,5%) invece mostrano difficoltà nel trasferire residenti affetti da Covid-19 in strutture ospedaliere. Da ultimo, il 26,2% delle Rsa contattate dall’indagine (330 strutture) ammettono di aver avuto difficoltà nell’isolare i residenti affetti da coronavirus, mentre 282 hanno mostrato nel questionario la totale impossibilità nel far eseguire i tamponi.