La seconda ondata Covid ha fatto più vittime della prima. Lo conferma l’Istituto superiore di sanità (Iss) nel report “Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia”. I numeri parlano chiaro: da ottobre abbiamo avuto 49.274 decessi, un numero che tiene conto dei dati fino al 27 gennaio 2021, ma che è ancora in fase di consolidamento a causa del ritardo di notifica. Nella prima ondata, quella da marzo a maggio 2020, invece, i morti furono 26.674. Un morto su cinque è della Lombardia, la Regione più colpita: in totale ha registrato 26.674 vittime, il 31% del totale, mentre nella prima ondata i morti lombardi rappresentavano il 47,7% del totale. Per quanto riguarda, invece, l’età media delle vittime, è di 81 anni. Quindi, è più alta di oltre trent’anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto il coronavirus.



Le donne morte sono il 43,7% delle vittime, inoltre hanno un’età più alta rispetto agli uomini: 86 anni contro 80. Per quanto riguarda i morti per Covid con meno di 50 anni, sono 941, quindi l’1,1% del totale. In particolare, 234 di questi avevano meno di 40 anni. Dei 52 pazienti con meno di 40 anni non ci sono informazioni cliniche, degli altri 147 presentavano gravi malattie preesistenti, mentre per 35 non erano state diagnosticate patologie di rilievo.



REPORT ISS MORTI COVID: TERAPIE E PATOLOGIE PREGRESSE

Il report dell’Iss analizza anche i dati relativi ai sanitari contagiati. Sono 108.104 i casi tra gli operatori sanitari dall’inizio della pandemia Covid, di cui 11.766 registrati negli ultimi 30 giorni. Il documento affronta anche il tema delle terapie. Quella antibiotica è stata comunemente usata nel corso del ricovero (85,9%) dei casi, meno usata quella steroidea (53,3%), mentre la terapia antivirale è stata usata ancor meno (46,4%). L’uso della terapia con antibiotici si spiega, secondo l’Istituto superiore di sanità, con la presenza di sovrainfezioni. Inoltre, è compatibile con inizio terapia empirica nei pazienti con polmonite in attesa di conferma di diagnosi di positività a Sars-CoV-2. Ci sono comunque 1.444 casi (23,1%) sono state impiegate tutte e tre le terapie. Al 4% dei morti è stato somministrato Tocilizumab come terapia. È evidente che avere patologie pregresse può incidere sul decorso del Covid. Solo il 3,1% del campione (196 persone) avevano 0 patologie, il 12,1% (772 pazienti) una, mentre 18,6% (1.185 persone) due patologie e 66,3% (4.228) almeno tre patologie. Ma si tratta di un dato ottenuto da 6.381 morti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche, che vengono inviate all’Iss con tempistiche differenti.

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