I casi di coronavirus salgono in Italia e cresce anche l’incidenza ogni 100mila abitanti. Quella più alta si registra nella provincia autonoma di Bolzano, dove ha un valore di 101,7 contro l’85,6 della settimana prima. A seguire Friuli-Venezia Giulia che è al 96,5, con un valore quasi doppio rispetto al dato della settimana precedente. Quindi, il Veneto a 61,4 contro il 48,3 della rilevazione precedente. Fra le regioni con l’incidenza più alta, superiore alla media nazionale che è di 46, anche Campania (56,9 contro 36 della settimana precedente), Lazio (56,1 contro il 38,4) e la provincia autonoma di Trento (55,4 contro 38).



Invece il valore più basso è quello della Sardegna, a 11,2, ma comunque in rialzo rispetto al 7,9 della settimana precedente. Questi sono i dati emersi dal nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss), da cui si evince che nell’ultima settimana è salita l’incidenza in tutte le fasce d’età, ma in particolare sotto i 12 anni, che non possono essere ancora vaccinati.



24% CASI TRA UNDER 20. E SCOPPIA IL CASO TRIESTE

Infatti, il 24% dei casi sono stati diagnosticati tra gli under 20. Per quanto riguarda la fascia relativa all’età scolare, il 47% dei casi è stato diagnosticato fra i 6 e gli 11 anni, il 33% tra 12-19 anni e solo il 13% e il 7% tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni. Dunque, ci sono stati 10.333 nuovi casi, 84 ricoveri ordinari e uno in intensiva. Nel frattempo, in alcuni territori si sta valutando di correre ai ripari per frenare la diffusione del coronavirus.

Ad esempio, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, in virtù dell’aumento di casi Covid registrati in città, anche collegate alle manifestazioni no green pass, sta valutando la possibilità di emanare «un’ordinanza di divieto di assembramento», perché «se torniamo in zona gialla è un disastro per la città». Pur riconoscendo il diritto di manifestare che è garantito dalla Costituzione, c’è il problema dei contagi; quindi, il sindaco sta valutando se in quanto responsabile della salute dei cittadini può emanare un’ordinanza anti-assembramenti. «Se posso farla, dunque, farò un’ordinanza di divieto di assembramento, ma devo verificare con gli uffici e la Prefettura».