Il numero dei morti risultati positivi per Coronavirus che hanno almeno una o più malattie preesistenti resta alto. È quanto emerge dal bollettino pubblicato ieri dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) sul sito Epicentro, col Report di approfondimento sui pazienti deceduti, oltre che l’analisi epidemiologica. Il numero medio delle patologie osservate è di 2,7. Nel complesso, 6 pazienti (quindi 1,2 per cento del campione) presentavano 0 patologie, 113 (23,5%) invece ne presentavano una, 128 (26,6%) due e 234 /48,6%) tre o più patologie. Tra i soggetti deceduti, complessivamente è stata segnalata almeno una co-morbidità nel 68,9% dei casi. Ma significativi sono anche i dati relativi all’età. Tra i morti ce ne sono 36 under 50, nello specifico ci sono nove trentenni. Nel rapporto sui decessi stilato dall’Iss si legge che nove di questi morti Covid-19 positivi avevano meno di 40 anni. Erano 8 uomini e una donna, con età compresa tra 31 e 39 anni. Di due pazienti di età inferiore ai 40 anni non ci sono informazioni cliniche al momento, mentre gli altri sette presentavano gravi patologie preesistenti.



ISS BOLLETTINO CORONAVIRUS 20 MARZO: MEDICI 10% CONTAGIATI

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel secondo bollettino settimanale sul Coronavirus (qui invece il primo) ha analizzato anche l’età media dei sanitari contagiati. È molto più bassa di quella della popolazione generale: 49 anni contro 63. Inoltre, tra gli operatori sanitari contagiati dal virus Sars-CoV-2 si inverte la proporzione tra uomini e donne: il 35,8 per cento è di sesso maschile. «Sono stati diagnosticati 3.559 casi tra operatori sanitari, circa il 10% dei casi segnalati. È evidente l’elevato potenziale di trasmissione in ambito assistenziale di questo patogeno», scrive l’ISS nel bollettino di venerdì 20 marzo 2020. L’insufficienza respiratoria resta la complicanza più comunemente osservata nel campione: è al 96,5 per cento dei casi. È seguita dal danno renale acuto (29,2 per cento), danno miocardico acuto (10,4%) e sovrainfezione (8,5%). «Il dato che fotografa bene la realtà è che il fattore di rischio vero è quello di avere un’età geriatrica e patologie concomitanti, ipertensione, cardiopatia ischemica, diabete soprattutto, che trovano terreno fertile. È questo che spiega l’eccesso di mortalità», il commento di Roberto Bernabei, membro del Comitato Tecnico-Scientifico.

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