L’emergenza Covid non c’è più, ma persistono le polemiche tra no vax e i sostenitori della campagna vaccinale. Se in effetti la pandemia ha mollato la presa, lo dobbiamo all’efficacia dei vaccini, su cui però Maddalena Loy continua ad avere le sue riserve. La giornalista, infatti, nei giorni scorsi sulle colonne de La Verità ha parlato della cosiddetta “efficacia negativa” dei vaccini, venendo subito smentita dall’Istituto superiore di sanità che ha pubblicato un apposito approfondimento sul tema. Oggi però Loy torna alla carica, replicando al comunicato dell’Iss. «Senza citarci, l’ente replica a un articolo sull’efficacia negativa dei vaccini. Ma per farlo, spiega che sono i suoi stessi dati ad avere “limiti intrinseci”. Peccato che su quella base abbia sponsorizzato le iniezioni». Facciamo un passo indietro. La Verità ha pubblicato un primo articolo spiegando che i no vax si contagiano meno di chi ha tre dosi o due recenti, precisando che è un trend che riguarda in particolare gli under 60.



L’Iss ha replicato spiegando che l’analisi sull’efficacia evidenzia un aumento della stessa dopo la somministrazione della dose booster in tutte le fasce di età, «sia nella prevenzione dell’infezione di SARS-CoV-2 che della malattia severa, rispetto alla vaccinazione completa con due dosi». Spiegava altresì che «il fatto che siano presenti alcuni dati apparentemente incongruenti (ad esempio in qualche caso l’efficacia nei vaccinati con ciclo completo da 91-120 giorni risulta inferiore all’efficacia nei vaccinati con ciclo completo da oltre 120 giorni), è da attribuire ad alcuni limiti intrinseci dell’analisi». Tanto è bastato a Maddalena Loy per tornare all’attacco, spiegando che con quei dati contenenti limiti intrinseci siano state sponsorizzate le vaccinazioni. «La Verità non ha fatto altro che affiancare dati, non “rielaborati” ma riportati dallo stesso Iss con la metodologia contestata dall’Istituto medesimo». Usando, dunque, il metodo Iss, la giornalista ha rilevato che «l’efficacia del booster sulla fascia 12-39 anni rispetto alla vaccinazione con due dosi da più di 120 giorni senza booster» è per il contagio «dell’1,5%, e per la malattia severa un misero 12,6%».



EFFICACIA NEGATIVA VACCINI, SCONTRO ISS-LA VERITÀ

Maddalena Loy ha quindi interpellato Maurizio Rainisio, statistico che ha lavorato nella ricerca clinica e nell’epidemiologia per alcune grandi industrie farmaceutiche, come Novartis e Roche. «L’Istituto superiore di sanità usa un certo metodo per calcolare l’efficacia del vaccino rispetto al non vaccino. Perché la stessa formula usata per dimostrare che il vaccino “funziona” rispetto ai non vaccinati non dovrebbe essere valida per paragonare i vaccinati con booster rispetto ai vaccinati da più di 120 giorni? (..) Sconfessare il proprio metodo significa sconfessare tutto ciò che lo stesso Iss ha dichiarato finora», ha detto a La Verità. Maddalena Loy ha poi rilanciato sulle vaccinazioni dei bambini tra 5 e 11 anni, spiegando che l’efficacia del vaccino completo da meno di 120 giorni rispetto ai non vaccinati darebbe «un clamoroso -30,8%». Poi ha rivendicato il fatto di aver spinto l’Iss a cambiare metodo per i suoi calcoli. «Per ridurre le distorsioni dei risultati causate dalla sottonotifica delle infezioni meno gravi è in corso una revisione della modalità di analisi dei dati di efficacia», ha infatti segnalato l’Istituto nella sua nota.



Quei limiti intrinseci di cui parla l’Iss, però, non sono errori di calcolo, come invece potrebbe sembrare. Ma aspetti di cui tener conto, precisazioni che ad esempio vengono fatte in qualsiasi studio scientifici. Il primo è il forte aumento di persone contagiate che però non sono registrate. Queste persone non risultano vaccinate, ma in realtà hanno una protezione conferita dall’infezione pregressa, «con una conseguente sottostima dell’efficacia calcolata». Ci sono poi persone che non hanno fatto la terza dose perché hanno contratto l’intenzione, «un altro fenomeno che può spiegare perché per alcune persone l’efficacia risulti maggiore per le persone immunizzate da più tempo». Proprio alla luce di questi aspetti l’Iss ha deciso di ridere la sua modalità di analisi dei dati di efficacia dei vaccini.

LA SPIEGAZIONE DEL RICERCATORE DANESE

Ne ha parlato anche Christian Holm Hansen, statistico medico ed epidemiologo dello Statens Serum Institut, primo autore di uno degli studi citati dai no vax perché testimonierebbe l’efficacia negativa dei vaccini. «Il fatto che la VE stimata sia negativa durante l’ultimo periodo suggerisce che vi è una distorsione nel confronto tra la popolazione vaccinata e quella non vaccinata. Abbiamo reso chiaro questo punto nella discussione. Se una stima dello studio è distorta significa che sta misurando qualcosa di diverso da ciò che era previsto. La stima di VE può essere distorta se i tassi di infezione nelle popolazioni vaccinate e non vaccinate sono influenzati da effetti diversi dalla vaccinazione. Tali distorsioni sono abbastanza comuni nella stima VE da studi osservazionali basati su dati di popolazione (a differenza di uno studio randomizzato di fase 3 che è il gold standard)», ha dichiarato a Il Foglio.

Una stima negativa dell’efficacia implica una distorsione nello studio, non un maggior rischio per chi è vaccinato. La distorsione della stima di efficacia è dovuta in Danimarca, ad esempio, al fatto che si testano maggiormente i vaccinati perché sono quelli che possono viaggiare. In Italia, invece, non c’è nessuna idea reale del numero di soggetti infettati tra vaccinati e non vaccinati. «Potremmo avere moltissime infezioni asintomatiche non rilevate, sia nella popolazione dei vaccinati che in quella dei non vaccinati: questo preclude qualsiasi analisi retrospettiva, in assenza di un campionamento sistematico e periodico della popolazione studiata mediante PCR, e rende qualunque stima di efficacia vaccinale che sia basata su dati osservazionali non controllati da questo punto di vista del tutto arbitraria», spiega Enrico Bucci sul Foglio smentendo i no vax che parlano di “efficacia negativa” dei vaccini.