L’Iss ieri non era presente in conferenza stampa della Protezione Civile e dunque non potè replicare alla domanda della giornalista di TPI in merito allo “scoop” sulla chiusura dei comuni bergamaschi colpiti dal coronavirus: oggi però a L’Aria Che Tira su La7 è intervenuto l’autorevole rappresentate Iss Gianni Rezza e spiega una volta per tutte cosa successe ad inizio marzo all’interno del Comitato Scientifico del Governo. «L’Iss ha considerato questa possibilità, si è discussa anche nel Cds, ma poi si decise di alzare il livello di guardia in tutto quel territorio. Ci fu un provvedimento più generalizzato»; ma perché dunque non si fece nulla per Alzano e Nembro? È Rezza a tentare di spiegarlo «Ricordo che venne discussa, ma non come sia andata. Ricordo che venne preso un provvedimento su scala nazionale. Io sono sempre stato favorevole a provvedimenti alla cinese, anche se è difficile traslarle qui. Ho sempre sposato il principio delle zone rosse con restrizioni su spostamenti, ma le misure prese finora sono molto importanti. Quando ci sono zone ad alta trasmissione è bene renderle zone rosse».
È di oggi la polemica alzata invece dal sindaco di Codogno dopo che sono sorti nuovi casi di coronavirus a seguito della riapertura della zona rossa voluta dal Governo nelle scorse settimane: «Ci aveva sorpreso vedere che nel decreto del governo dello scorso 8 marzo la zona rossa veniva abolita. Che senso ha chiudere tutto se poi, appena arrivano i primi risultati positivi, si dà la possibilità di riaprire negozi e di spostarsi per lavoro praticamente ovunque?», attacca il sindaco Passerini sul CorSera.
LO SCOOP DI TPI SULLA NOTA ISS
Nel corso della nuova conferenza stampa della Protezione Civile, dopo la lettura del consueto bollettino con i numeri aggiornati relativi ai guariti, ai decessi e ai contagi, è stato lasciato spazio, come da tradizione, alle domande dei giornalisti. Interessante la domanda da parte della cronista Veronica Di Benedetto di TPI che ha posto l’accento sul fatto che lo scorso 2 marzo l’Istituto Superiore di Sanità già chiedesse la chiusura dei due paesi della Bergamasca. “Questa mattina abbiamo pubblicato una nota riservata dell’Iss che già il 2 marzo scorso intimava una chiusura e l’isolamento dei due comuni della Bergamasca, Alzano Lombardo e Nembro. Il Comitato scientifico aveva preso in considerazione questa misura di due dei comuni diventati il focolaio incontrollato di Bergamo e perchè non l’avete presa in considerazione?”, ha domandato la giornalista rivolgendosi a Raniero Guerra dell’Oms e Agostino Miozzo della protezione Civile. Quest’ultimo ha commentato: “L’evoluzione di questa epidemia come sapete è stata una evoluzione decisamente importante, improvvisa, massiccia nelle zone del Nord, soprattutto in Lombardia”.
“ISS INTIMÒ CHIUSURA COMUNI BERGAMO DAL 2 MARZO”: REPLICA MIOZZO
Sin dall’inizio, ha spiegato Miozzo della Protezione Civile, si è attivato il Comitato tecnico scientifico e non sono mancate le valutazioni “di approccio al problema” molto accurate. Il tutto fino all’indicazione globale: “Poter arrivare a mettere in quarantena un intero Paese è stato un passaggio e un salto di qualità decisamente importante”. A detta di Miozzo, dunque, è stata compiuta una valutazione molto attenta ed al tempo stesso sofferta, “cercando di comprendere quali fossero le misure più opportune ed idonee da mettere in atto”. Rispetto al documento riservato al quale ha fatto accenno la giornalista, Miozzo ha ammesso di non esserne a conoscenza, “ma l’Iss ha partecipato a tutti gli incontri del Comitato tecnico scientifico quindi abbiamo elaborato insieme le strategie”, ha chiosato. La giornalista ha puntualizzato che la sua domanda era solo per chiarire su che base è stata fatta la scelta, alla luce del disastro avvenuto a Bergamo: “è preoccupante vedere come già il 2 marzo si intimava un isolamento e una chiusura totale dei due comuni”, ha puntualizzato la giornalista.