E’ arrivato oggi il via libera alle mascherina fatte in casa da parte dell’Istituto superiore di sanità. A renderlo noto nel corso dell’odierna conferenza stampa è stato il presidente Silvio Brusaferro rispondendo ad una domanda che gli è stata posta da una giornalista: “Al livello di popolazione quello che viene raccomandato anche al livello internazionale, credo che ci siano video preparati dal Center for deasase control tagliando magliette, è che devono essere multi-filtro e multistrato, e fondamentalmente uno può anche confezionarle in proprio”, ha spiegato. L’obiettivo, come per tutti i tipi di mascherine finora impiegati, resta quello di “aderire a bocca e narici facendo in modo che le nostre goccioline vengano contenute all’interno”. Lo stesso Brusaferro ha poi precisato che le cosiddette mascherine Ffp2 e Ffp3 non servono per la popolazione. Questi ultimi due modelli, infatti, sarebbero da “limitare a situazioni specifiche”, ha spiegato ancora l’esperto. Sulla necessità di puntare al multistrato si erano espressi anche alcuni ricercatori americani che, come riferisce Repubblica.it, avevano compiuto una serie di test su diversi tipi di stoffa e materiali comuni in grado – se combinati – di arginare o ridurre il passaggio di goccioline implicate nel contagio da Covid-19. “Abbiamo effettuato questi studi su diversi tessuti comuni tra cui cotone, seta, chiffon, flanella, vari sintetici e le loro combinazioni e nel complesso abbiamo scoperto che le combinazioni di vari tessuti comunemente disponibili utilizzati nelle maschere di stoffa possono potenzialmente fornire una protezione significativa”, hanno spiegato i ricercatori dell’Agronne National Laboratory e dell’Università di Chicago (Usa).
ISS, “OK A MASCHERINE FATTE IN CASA”: QUALI SONO I MIGLIORI MATERIALI
Secondo gli esperti, l’uso di più strati di materiali nella realizzazione delle mascherine aumenterebbe l’efficacia della filtrazione. Brusaferro nel dare oggi il suo via libera all’uso delle mascherine fatte in casa ha anche citato i tutorial pubblicati in rete dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitense (clicca qui per vederne uno). Per realizzarne a casa occorrono pochi e semplici materiali, come spiega dettagliatamente Il Giornale: ago, filo, forbici e spille, nonché elastici e ovviamente il materiale più idoneo nonché più filtrante. Le dimensioni medie sono 50×50 cm affinché ci sia sufficiente materiale per creare le due “scanalature” all’interno delle quali far scorrere l’elastico. Inutile negare che occorre avere sufficiente dimestichezza col cucito. In merito ai migliori materiali da impiegare, vengono elencati i panni di carta, le lenzuola in cotone 100% e i jeans. Vanno bene anche le federe e la flanella così come la tela. Potrebbero essere impiegate anche le imbottiture dei reggiseno la cui forma si avvicina molto a quella dei reggiseno. Performance negative invece sono state segnalate per strofinacci da cucina e per pulire, sciarpe e bandane. L’importante è che sia multistrato e non ad un unico strato.