Tragedia a Milano. Addio a Issaka Coulibay, 27enne originario del Togo e portiere della squadra dei rifugiati, il Piccione. Come riportato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, l’uomo è morto di freddo: il suo corpo è stato ritrovato in un capannone abbandonato in via Corelli, nei pressi del campo della squadra di Seconda Categoria in cui giocava.
Un dramma che ha sconvolto la comunità meneghina. Issaka era arrivato in Italia diversi anni fa come rifugiato e ha coltivato la sua passione per il calcio grazie al Piccione, compagine che milita nel campionato di Seconda Categoria. Issaka è stato ritrovato privo di vita lo scorso 25 settembre, ma la notizia della sua morte è stata resa nota solo oggi.
Il ricordo del St. Ambroeus
“Abbiamo appreso con estremo dispiacere della morte di Issaka Coulibay, il portiere di una squadra di amici che qualche volta è venuto ad allenarsi con noi negli scorsi anni”, l’annuncio su Facebook del St. Ambroeus, società milanese che per prima in Italia ha iscritto ai campionati federali una squadra di rifugiati e richiedenti asilo. Una sciagura incredibile, una sofferenza purtroppo che si ripete: “Ci sono morti per cui si può solo provare enorme dispiacere, ci sono morti invece per cui non si può che provare molta rabbia. Morire di gelo in una città come Milano non può essere classificato semplicemente come morte naturale, se a Issaka fosse stato concesso di vivere regolarmente con dei documenti molto probabilmente non staremmo scrivendo questo post, e lui, con una vita regolare, magari starebbe pensando a come rincominciare il campionato dopo la pausa invernale”. E ancora, l’ultimo saluto: “Eri un portiere fortissimo, ti vogliamo ricordare così, in mezzo ai pali del torneo estivo del Pini che porti la tua squadra in finale. Che la terra ti sia lieve. Giustizia per Issaka, e documenti per tutte e tutti. La clandestinità uccide”.