Gidon Kremer, Ton Koopman, Vivica Genaux, Les Arts Florissants, SIGNUM Saxophone Quartet, Europa Galante, Benedetto Lupo, Ottavio Dantone… sono solo alcuni dei protagonisti della seconda parte della 77esima stagione della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti – una delle istituzioni musicali della Capitale che si è posta tra le più dinamiche ed innovative. Per prudenza, a ragione della pandemia, lo scorso autunno era stata presentata unicamente la prima parte di quella che è la settantasettisima stagione della IUC – da settembre a fine anno. Ora è stata dettagliata la seconda parte – da gennaio a maggio.
Ventisei appuntamenti nell’Aula Magna della Università La Sapienza di Roma con interpreti d’eccezione e proposte musicali come sempre varie e diversificate: dalla polifonia rinascimentale di Gesualdo ai capolavori di Haydn, Mozart, Schubert, Brahms, Schumann, Franck, Šostakovič. Cicli dedicati a Rachmaninov, Ravel, Skrjabin, Schönberg, Schubert affidati a specialisti come Alexander Romanovsky, Roberto Cominati, il Gringolts Quartet, il Quartetto di Cremona e Mariangela Vacatello. Per la contemporanea, prima italiana per “La Passione secondo San Marco” del polacco Paweł Mykietyn.
Spazio alla nuova generazione con il Premio Paganini, i talenti dell’Avos Project e i jazzisti vincitori del Premio Lelio Luttazzi.
In chiusura, tornano l’Orchestra da Camera Canova e il direttore Enrico Saverio Pagano, artisti in residence IUC, per una serata Mozart con il clarinettista Tommaso Lonquich.
“C’è tutto quello che il pubblico si aspetta dalla IUC, – dichiara il Direttore artistico Giovanni D’Alò – I grandi nomi della scena internazionale ma anche i talenti emergenti, i capisaldi del repertorio da concerto e il piacere di scoprire generi solitamente meno presenti come la polifonia rinascimentale che tanto successo ha avuto nelle ultime stagioni. Non mancano poi finestre sulla contemporaneità, aperture al jazz e proposte crossover che rendono più imprevedibile il cartellone”.
Fiore all’occhiello di questa programmazione, il ritorno in Aula Magna dopo anni di assenza di Gidon Kremer, autentica leggenda vivente del violino, che si alternerà in duo e in trio con suoi partner abituali, la violoncellista lituana Giedre Dirvanauskaité e il pianista lettone Georgijs Osokins, per eseguire musiche di Schumann, Weinberg e Rachmaninov (23 febbraio, eccezionalmente di mercoledì).
Il parterre dei violinisti annovera poi Carolin Widmann in duo con il pianista Dénes Várjon (la Sonata di Franck e pagine di Janáček, Brahms e Dvořák), l’appena ventenne Giuseppe Gibboni acclamato vincitore del Premio Paganini 2021, e Fabio Biondi nel duplice ruolo di solista e direttore del gruppo Europa Galante per una serata Haydn che comprende il Concerto per violino, cembalo e archi e il delizioso Sestetto “in eco”.
Sulla scia degli specialisti di musica antica storicamente informate, la stella della vocalità barocca Vivica Genaux con l’ensemble Concerto de’ Cavalieri diretto da Marcello Di Lisa, la virtuosa del flauto Dorothee Oberlinger impegnata in un suggestivo viaggio tra musiche notturne da Vivaldi a Thelonious Monk con I Sonatori della Gioiosa Marca, e la serata bachiana con il duo d’eccezione formato da Ottavio Dantone al clavicembalo e Alessandro Tampieri al violino. Spicca poi, per la rarità dell’occasione, il recital per due clavicembali di un maestro assoluto del barocco come Ton Koopman in duo con sua moglie, la clavicembalista olandese Tini Mathot.
Bach è inoltre il centro gravitazionale del concerto dal titolo BACHianas, che segna l’incontro tra il SIGNUM Saxophone Quartet e il versatile violoncellista tedesco Konstantin Manaev: una vivace serata in cui i contrappunti bachiani accostati a Villa-Lobos e Piazzolla si tingeranno di colori latinoamericani.
Un capitolo a parte è quello delle “integrali”. Grande classico della IUC, che vanta nei suoi annali eventi come l’integrale delle Sonate beethoveniane eseguite da Alfred Brendel e l’opera pianistica di Chopin firmata da Stanislav Bunin, i cicli completi sono un’occasione per immergersi nel mondo di un compositore e seguirne i percorsi evolutivi. Soprattutto se a proporli sono interpreti magistrali come Alexander Romanovsky impegnato con l’integrale per pianoforte solo di Sergej Rachmaninov: cinque concerti nell’arco di tre stagioni, che si concluderanno nel 2023 in occasione del 150° anniversario della nascita del grande compositore russo.
La stessa ricorrenza, che cade però nel 2022, riguarda Aleksandr Skrjabin, una delle figure più innovative ed enigmatiche del primo Novecento, di cui Mariangela Vacatello proporrà in due stagioni il corpus delle 10 Sonate per pianoforte.
Tra i più eleganti interpreti del repertorio francese, Roberto Cominati ci guiderà nel seducente mondo sonoro di Maurice Ravel, la cui opera pianistica rientra in due soli concerti, entrambi proposti in questa stagione.
Il 70° anniversario della morte di Arnold Schönberg è invece l’occasione per un focus su un compositore che è stato determinante nella storia della musica del Novecento eppure non sempre presente nelle programmazioni concertistiche. Il Gringolts Quartet, capeggiato dal celebre violinista Ilya Gringolts, proporrà i suoi quattro Quartetti per archi, il secondo dei quali (unicum nel suo genere) prevede una parte per voce di soprano, qui sostenuta dalla svedese Malin Hartelius.
Un link molto particolare è quello che unisce Schönberg e Sylvano Bussotti, il compositore e artista a tutto tondo recentemente scomparso, nel concerto che vedrà la soprano Cristina Zavalloni calarsi nelle atmosfere espressioniste del capolavoro schoenberghiano Pierrot lunaire indossando il costume di scena realizzato sui bozzetti di Sylvano Bussotti per una produzione del MDI Ensemble. Composto nel 1912, pietra miliare del Novecento storico Pierrot lunaire consta di 21 brevi liriche che Schönberg ha raggruppato in tre parti equivalenti; l’esecuzione proposta da Marco Angius alla guida del MDI Ensemble prevede l’inserimento di pagine di Bussotti in apertura, in chiusura e nei punti di congiunzione, amalgamando in un flusso continuo la musica di questi due maestri del secolo scorso.
Ospite della IUC in esclusiva su Roma da molti anni, dopo i cicli su Beethoven e Mozart il Quartetto di Cremona ha il compito di aprire questa seconda parte di stagione il 18 gennaio 2022 con un nuovo percorso dal titolo Esplorando Schubert.
Gradito ritorno anche per i francesi del Quartetto Ebène, impegnati con il celebre Ottavo Quartetto di Šostakovič insieme a pagine di Mozart e Brahms.
Iniziato nel 2019, prosegue il Gesualdo Project attraverso cui la IUC ha rilanciato l’interesse intorno alla figura di Carlo Gesualdo principe di Venosa, il più “moderno” tra i compositori rinascimentali. Dopo lo straordinario successo di pubblico che ha accolto l’esecuzione dei precedenti concerti, Les Arts Florissants diretto da Paul Agnew completa l’esecuzione dei Madrigali di Gesualdo con l’integrale del Quinto e del Sesto Libro, gli ultimi e più sorprendenti dal punto di vista armonico, all’interno di un ampio progetto europeo in collaborazione con la Cité de la Musique – Philharmonie de Paris.
Rientra nel Gesualdo Project anche il concerto del Bartholdy Quintet, rinomata formazione tedesca, che proporrà versioni per quintetto d’archi di alcuni madrigali di Gesualdo (esecuzioni strumentali erano diffuse fin dal XVI secolo) alternate agli Epitaphs del compositore australiano contemporaneo Brett Dean in prima italiana, in un programma che si completa con il Quintetto op. 111 di Brahms.
In un coerente accostamento con Schumann, la musica di Brahms ricorre nel recital di uno dei più acclamati pianisti di oggi, Benedetto Lupo.
Per quanto riguarda il panorama musicale attuale, si configura come un evento la prima esecuzione italiana della Passione secondo San Marco (Pasja wg św. Marka, 2008), lavoro di grande portata di Paweł Mykietyn, uno dei più interessanti compositori della nuova scuola polacca. In scena l’AUKSO Orchestra da Camera della Città di Tychy diretta da Marek Moś, e una compagine vocale con ruoli solisti per Urszula Kryger e Kasia Moś (in collaborazione con Adam Mickiewicz Institute e Istituto Polacco di Roma).
Conclude la stagione una “triangolazione” interamente dedicata alla nuova generazione tra musica da camera, jazz e sinfonica. Si rinsalda la collaborazione con Avos Project – Scuola Internazionale di Musica che, dopo le apprezzate partecipazioni alle stagioni estive della IUC, approda in Aula Magna con una serata di gala che vede sullo stesso palco un’ampia rappresentanza di giovani e docenti, tra cui Mario Montore, Andrea Obiso, David Romano, Mirei Yamada, Luca Ranieri, Riccardo Savinelli, Alessio Pianelli, Guido Romano in un programma culminante nel Quintetto con pianoforte di César Franck.
È una novità invece la collaborazione con la Fondazione Lelio Luttazzi, che da alcuni anni organizza un concorso per giovani jazzisti con giurie di alto prestigio. Saranno proprio alcuni vincitori delle recenti edizioni, Manuel Magrini Trio, Danilo Tarso Trio e la cantante Marta Frigo, a esibirsi in una speciale maratona.
L’appuntamento conclusivo riporta in Aula Magna l’Orchestra da Camera Canova e il suo ventiseienne direttore Enrico Saverio Pagano, già acclamati protagonisti dell’inaugurazione di questa stagione. Per il loro secondo impegno come artisti in residenza alla IUC propongono due capolavori di Mozart: il Concerto per clarinetto e orchestra K 622 con Tommaso Lonquich solista e la Sinfonia n. 40 in sol minore K 550.