La questione della privatizzazione di ITA Airways molto probabilmente ci terrà impegnati ancora per alcuni mesi. Ma quali sarebbero le certezze? Vediamole…
1) Governo e Lufthansa hanno siglato un accordo che prevede che i tedeschi acquisiscano attraverso un aumento di capitale riservato il 41% della compagnia di bandiera;
2) ITA ha chiuso il bilancio del 2022 con 498 milioni di perdite;
3) Il fatturato attuale di ITA per il primo semestre è stimato per una cifra che va oltre il miliardo di euro;
4) Le perdite del primo semestre dovrebbero essere stimate attorno ai 200 milioni di euro;
5) Al momento il gruppo tedesco Lufthansa sta trattando con l’Ue per cercare di trovare un accordo che permetta di poter gestire ITA nel più breve tempo possibile;
Ma ci sono anche molte domande alle quali dare risposte:
1) Le cause con gli ex Alitalia, davvero potrebbero aver compromesso l’operazione con Lufthansa?
2) Quale sarà il fabbisogno di cassa di ITA dopo che avrà esaurito il beneficio derivante da prevendita dei biglietti della stagione estiva?
3) Se il patrimonio di ITA dovesse ridursi drasticamente quale potrebbe essere la nuova politica dei tedeschi per acquisire ITA?
4) Quanti slots su Linate la DG Competition chiederà a ITA di lasciare liberi a seguito dell’accordo con Lufthansa? E quale potrebbe essere la ricaduta economica sul piano inizialmente redatto dal colosso tedesco a seguito di tali abbandoni?
5) I partiti politici pensano questa volta di abbandonare il sistema di spartizione delle poltrone e di lasciare finalmente mano libera a chi ne capisce di trasporto aereo o vorranno comunque avere un piede nella compagnia di bandiera?
Insomma, 5 certezze e 5 domande alle quali proveremo a dare una risposta, ma è necessario prima di tutto ripercorrere alcune tappe importanti che hanno segnato le ultime due settimane della vita di ITA.
Infatti, dopo il recente rinnovo del Consiglio di Amministrazione di ITA, emergono voci di tensioni e incertezze riguardanti il futuro della compagnia di bandiera italiana. Le considerazioni si focalizzano principalmente sugli aspetti finanziari e sulle decisioni strategiche prese dai membri del Cda nominati dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Uno dei punti critici sollevati riguarda il recente abbandono del dott. Fabio Maria Lazzerini, ex Ad di ITA, il cui operato è stato elogiato più volte dal Presidente di ITA e la sua uscita dal board nonostante gli siano state contestate alcune operazioni controverse potrebbe aver avuto un impatto significativo sulla stabilità della compagnia.
Va registrato, inoltre, il rifiuto da parte del prof. Ugo Arrigo, in quota Fratelli d’Italia/presidenza del Consiglio, di restare nel Cda a tre membri che è un altro elemento che ha contribuito alle tensioni interne. Le relazioni tra ITA e Lufthansa, cruciali per il futuro dell’azienda, sono state al centro delle speculazioni. Il timore di un possibile fallimento dell’operazione di cessione a Lufthansa ha spinto il Ministro Giorgetti ad assumere un atteggiamento deciso, nominando due consiglieri di fiducia per garantire la presenza del suo partito, la Lega, nella gestione del dossier.
La situazione finanziaria di ITA è stata oggetto di dibattito, soprattutto dopo la divulgazione dei conti in profondo rosso presentati da Lazzerini poco prima della sua uscita dal Cda. Questo ha suscitato critiche e interrogativi sulla sostenibilità economica dell’azienda e che potrebbe pesare anche sulle valutazioni a posteriori della stessa Lufthansa.
Un ulteriore elemento di incertezza riguarda la sentenza favorevole ai lavoratori ex-Alitalia e la pubblicazione del contratto di cessione Alitalia in AS verso ITA. Questo potrebbe comportare costi enormi e rischiare di compromettere la strategia di ITA Airways nel breve e medio periodo.
Infatti, il 27 luglio di quest’anno il Giudice del Tribunale del Lavoro di Roma dott. Claudio Cottatellucci, ha sentenziato la continuità aziendale tra la vecchia Alitalia e ITA. Ma solo sul piano funzionale agli assets ceduti. Ossia ha evidenziato che se l’Unione europea ha delineato una strada che il Governo avrebbe dovuto percorrere per definire la sostanziale discontinuità tra Alitalia e ITA, queste operazioni andavo organizzate in modo da non ledere i diritti dei lavoratori.
Il Giudice ha poi sottolineato la differenza tra il Giudice europeo e quello nazionale, che si pongono su due piani sostanzialmente diversi. ITA infatti, a giudizio di Cottatellucci, non dovrà rimborsare gli aiuti di Stato, poiché si è attenuta a quanto stabilito dalle decisioni dell’Ue, ma per quanto riguarda la continuità aziendale, è ovvio che trasferendo tutta una serie di rami di azienda, in particolare gli slot che proprio per la norma Ue devono seguire l’azienda, vi è una sostanziale continuità aziendale, non in ultimo il fatto che ITA ha cominciato i propri voli il giorno dopo che Alitalia li ha cessati, e questo definisce perfettamente un percorso di continuità.
Avvocati e organizzazioni sindacali che seguono gli ex Alitalia hanno deciso di dare battaglia fino in fondo, e a testimonianza del fatto che la situazione non sia particolarmente rosea è la denuncia per falsa testimonianza che è stata presentata durante la causa da alcuni ex dipendenti nei confronti di un alto dirigente di ITA, reo di aver reso false dichiarazioni quando venne ascoltato come testimone, un fatto peraltro riportato anche nelle motivazioni della sentenza del Giudice Cottatelluci.
La relazione tra ITA e Lufthansa è stata oggetto di attenzione, con analisti che sottolineano la mancanza di vincoli o penali in caso di ritiro della compagnia tedesca dall’accordo. Questo potrebbe portare Giorgetti a intraprendere contromisure decisive per evitare di essere colti di sorpresa e per proteggere l’immagine del Governo. Il Ministro leghista sembra essere determinato a gestire la situazione con cautela, e c’è chi dice che, a porte chiuse, avrebbe anche azzardato l’ipotesi di aprire un tavolo di dialogo con le parti sociali per risolvere le questioni dei ricorsi dei lavoratori.
Inoltre, la situazione del vettore nazionale è abbastanza complicata, vista anche la tempistica dell’approvazione del nulla osta da parte della Commissione europea sull’accordo tra ITA e Lufthansa. E la ragione sta nel fatto che la commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, potrebbe lasciare l’incarico per passare alla Banca Mondiale. Se questo avvenisse, inevitabilmente ci sarebbe uno slittamento dei tempi che non farebbe bene a ITA, rendendo più difficile il raggiungimento dei target aziendali del piano di Lufthansa per la compagnia italiana.
Infine, c’è la rotta che potrebbe essere intrapresa da ITA alla volta di Parigi. Questa opportunità di far rientrare in pista il fondo Certares potrebbe comportare nuove complicazioni e influenzare le decisioni future del Governo italiano nella propria politica estera alla volta di Macron.
Ma la voce di corridoio che sta girando in queste ultime ore è la possibilità per il Governo, in caso salti l’operazione con Lufthansa, di varare un piano particolarmente audace e che preveda di rilanciare il trasporto aereo italiano come asset strategico per il nostro Paese in cui il turismo dovrà avere un ruolo centrale. Tutto questo potrebbe avvenire attraverso la creazione di un’alleanza strategica con altri vettori di rilevanza mondiale e creando assieme ai partner delle economie di scala sia per acquisti che per le vendite e senza alcun obbligo di cessioni o fusioni societarie. Questo piano consentirebbe non solo di uscire dagli schemi tradizionali, ma di avviare dei percorsi di crescita, ma anche alleanze economiche, che fin ora non erano mai stati presi in considerazione.
Dulcis in fundo, ITA ha convocato i sindacati per il giorno 2 agosto 2023. La riunione avrebbe come ordine del giorno una attività di “ristrutturazione aziendale”. I sindacati convocati sono quelli firmatari dell’accordo per il nuovo contratto del trasporto aereo e l’invito è strettamente riservato, ristretto a un solo partecipante per sigla e che dovrà essere o il segretario della sigla oppure il presidente dell’associazione di categoria, segno che l’azienda vuole interloquire con i massimi vertici del sindacato. Al centro del dibattito ci sarebbero alcune richieste da parte dell’azienda ITA di ridurre drasticamente i costi salariali all’esito di una verifica dei conti che riporterebbero una perdita molto consistente e che potrebbe andare ben oltre il deficit di bilancio del 2022. I sindacati dal canto loro avrebbero già inviato una missiva di risposta con un “niet su tutta la linea” spiegando che non potranno essere accettate richieste di tagliare stipendi o effettuare riduzioni di personale, motivando con un “abbiamo già dato”.
Quindi, la situazione di ITA, al momento, si presenta alquanto complessa e con una serie di variabili che potrebbero influenzare il futuro della compagnia di bandiera italiana. Solo il tempo ci potrà dire quale rotta verrà scelta e quali decisioni saranno adottate per garantire la stabilità e la sostenibilità dell’azienda.
Tuttavia, è certo che l’attenzione sia delle parti coinvolte, sia dell’opinione pubblica rimarrà alta, considerando l’importanza strategica e politica di ITA nel panorama dell’aviazione europea e mondiale.
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