E’ ufficiale: la decisione del governo sull’affaire Ita e sulla sua cessione, finalmente vede la luce e a fare da guest star hollywoodiana sul palco questa volta è il Consorzio Certares, formato, oltre che da Certares Management LLC, anche da Delta e Air Fance-Klm.
Come da copione l’esecutivo guidato da Mario Draghi ha deciso a chi “dare in sposa” l’ex-Alitalia. I pretendenti, come ormai risaputo, erano due: da una parte, il gruppo Msc-Lufthansa, che godeva del favore del ministro dell’Economia, Daniele Franco, del consigliere del premier Francesco Giavazzi e del presidente esecutivo Alfredo Altavilla; dall’altra, il fondo Certares con Delta, Klm e Air France fortemente sponsorizzati da Fabio Lazzerini, attuale Ceo di Ita.
Le offerte, come ampiamente riportato da varie testate giornalistiche, si articolavano in due diverse visioni di gestione: Msc-Lufthansa avrebbe acquisito l’80% della compagnia per 850 milioni di euro e avrebbe lasciato al Mef solo un posto in Cda, puntando sullo sviluppo di Milano Linate e dei suoi hub più importanti, quelli di Monaco e Francoforte, e non avrebbe voluto alcuna ingerenza del governo negli affari correnti.
Diversamente, la proposta del fondo americano prevedeva una valorizzazione in termini economici della compagnia Ita Airways per circa 950 milioni di euro con l’acquisizione del 55-60% e la condivisione con il governo di strategie e scelte importanti, assegnando allo Stato due posti in Cda.
Ma cosa ha messo il fondo Certares sulla via giusta per ottenere i favori del governo? Il fondo Certares ha potuto sicuramente contare sulla forte presa di posizione di Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro, e di Paolo Scaroni, attuale presidente del Milan calcio, nonché uno tra i manager più importanti e influenti in Italia, oltre che amico personale del premier Mario Draghi, i quali hanno fortemente spinto per la soluzione franco-americana.
L’offerta di Certares Management LLC, Delta Airlines e Air France-Klm è stata ritenuta “maggiormente rispondente agli obiettivi fissati”, secondo quanto viene riportato nel comunicato del ministero dell’Economia del 30 agosto 2022.
La partita che sembrava definitivamente chiusa (con l’affermazione di Msc-Lufthansa) è stata invece ribaltata all’ultimo minuto di recupero (per usare una metafora calcistica), spiazzando molti addetti ai lavori e non.
Ma come siamo arrivati alla determinazione di una scelta che ormai sembrava veramente fatta per il gruppo Msc-Lufthansa?
La quasi certezza che Lufthansa non ce l’avrebbe fatta, personalmente, è stata evidente quando il governo ha riaperto i giochi, chiedendo un ultimo approfondimento del dossier a metà agosto per aggiornare le offerte. In questo frangente è stato molto chiaro che il governo voleva il coinvolgimento diretto di Delta e Air France-Klm nella partita, coinvolgimento che fino a quel momento non era stato ufficializzato. E anche in questo caso l’adesione di Air France e Delta è arrivata all’ultimo secondo di recupero. Non solo: l’offerta degli americani di dare maggiore peso decisionale al Mef ha fatto “breccia”.
Senza dimenticare il ruolo che ricoprirà l’aeroporto di Roma Fiumicino, che diventerà nei piani degli americani il terzo hub continentale dopo Parigi e Amsterdam.
I vari rumors e articoli di giornale di questi ultimi mesi che davano in pole position il gruppo Msc-Lufthansa non erano altro che tentativi da parte della cordata svizzero-tedesca di portare l’opinione pubblica a fraternizzare con l’offerta di Msc-Lufthansa, e, come già citato, fortemente appoggiata dal presidente di Ita, Alfredo Altavilla.
L’onnipresente Alfredo Altavilla presidente esecutivo di Ita AIrways, infatti, viene dato già per dimissionario nelle prossime ore, avendo ormai raggiunto l’obiettivo di cedere a qualunque soggetto la neonata compagnia di bandiera.
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