Altra accelerazione nella partita per la privatizzazione di ITA. Dopo il colpo di coda dello scorso 31 agosto, quando il Mef ha scelto la cordata guidata dal fondo Certares, e la riapertura della “data room” annunciata nei giorni scorsi, i negoziati sono arrivati a un momento decisivo con il primo incontro ufficiale in programma per la prossima settimana nella sede di ITA.
La riapertura della “data room” – questa volta anche a Delta Airlines – è l’emblema dell’ulteriore svolta che segna il percorso scelto dal Governo italiano per la compagnia: aprirsi alle opportunità americane, Stati Uniti e Canada in particolare.
A confermarlo ci sono anche l’indiscrezione che circola da giorni secondo cui la compagnia aerea a stelle e strisce sarebbe pronta a rilevare una quota fino al 10% di ITA e, soprattutto, la notizia dell’arrivo nei prossimi giorni di alcuni emissari di Delta per partecipare al tavolo insieme a Certares. Segno, evidentemente, che l’aviolinea americana si prepara a giocare un ruolo di primo piano nella partita ITA Airways.
Infatti, se inizialmente alcuni attenti osservatori e uomini di finanza erano rimasti perplessi sulla scelta temendo una privatizzazione a metà, nelle ultime ore stanno via via emergendo quei dettagli del piano che hanno convinto i tecnici del Tesoro a propendere per Certares e Delta.
L’occupazione che sale di 1.500 unità, i velivoli che dagli attuali raddoppiano a 120 entro il 2025. E ancora, la creazione di forti sinergie con l’attività legata al turismo che è già in mano a Certares, come i giganti Amex e TripAdvisor.
Tutto questo è sotto la lente di ingrandimento degli advisor chiamati a mettere a punto il piano industriale definitivo oggetto del deal che, secondo i ben informati, potrebbe chiudersi già entro ottobre.
A prescindere dagli outlook di Certares, però, ITA Airways mostra già il suo valore, soprattutto sulle tratte a lungo raggio. Anche i 400 milioni di euro di aumento di capitale approvati dal CdA lo scorso luglio potrebbero non servire nell’immediato, visti gli ottimi risultati economici della compagnia, la cui operatività sarebbe garantita senza ulteriori immissioni di capitale. Almeno nel breve periodo.
L’unico a sperare ancora in un ribaltone sembra essere il Presidente Alfredo Altavilla che continua a stuzzicare (senza successo) i sindacati per provare a riaprire la trattativa con i tedeschi di Lufthansa. Che nel frattempo, però, hanno già lasciato la partita con rotta probabile sul Portogallo.
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