È arrivata l’offerta da Lufthansa tanto attesa e richiesta dal nostro Governo perché vista come ultima salvezza, ma che non garantisce più la nostra sovranità sul trasporto aereo. Peccato, contavo molto su questo Esecutivo e sul nuovo Consiglio di amministrazione di ITA, ma purtroppo sta valendo o il senso di inferiorità, credendo che non siamo capaci di gestire una linea aerea visto gli errori del passato, o una non volontà che può avere solo ragioni non di Stato ma puramente estranee a quello che dovrebbe fare un Governo per difendere le industrie strategiche e pensare a uno sviluppo economico investendo per creare lavoro e Pil.



La TAP portoghese, dopo anni di passivo quasi in fallimento, salvata e ripresa dai privati, diventando poi 100% pubblica, ha chiuso il 2022 in attivo e risanato i suoi conti e ha appena annunciato di voler investire 48 milioni di euro per ricompensare il suo staff vittima della pandemia e altri fondi per il futuro della compagnia e dei suoi lavoratori. Spero in un ripensamento e mi appello al presidente del Consiglio che ha promesso di difendere i valori italiani: ITA, essendo proprietaria del marchio Alitalia, non deve essere ceduta a una compagnia straniera assieme a un marchio che deve rimanere al 100% italiano. Piuttosto cedano solo ITA.



Mi appello a nome di chi crede ancora nei nostri simboli, nella nostra storia e nella nostra cultura senza ideologie. Magari in futuro ci sarà l’occasione di poter utilizzare il marchio Alitalia, ma se viene ceduto a un monopolio aeronautico come Lufthansa, esso farà di tutto perché non appaia mai, o addirittura potrebbe utilizzarlo in modo limitato con il freno a mano tirato.

Mi sconforta molto anche che gli ex lavoratori Alitalia, molti sindacati e altri partiti che a parole dicono di difendere gli italiani e che dovrebbero saperne di più del cittadino comune, non prendano posizione in questa vicenda e, quindi, li ritengo insieme al Governo responsabili di non avere agito in caso di “svendita”: non si lamentino se poi in Italia verrà smantellato tutto a scapito dei lavoratori e della nostra economia. Credo che una giusta protesta di grandi dimensioni con proposte per una compagnia aerea da rilanciare potrebbe far cambiare idea al Governo che forse è più impegnato ad attuare il Pnrr.



Tra i marchi storici di compagnie di bandiera europee sparite dal dopoguerra il più grande è Alitalia, davanti a Sabena, Swissair, Malev, JAT e altre minori. Considerando che l’Italia è il terzo Paese Ue, tutto quello che sta accadendo su Alitalia e ITA è un assurdo senza spiegazioni e giustificazioni ammissibili. Nessuno vuol capire che a Lufthansa o a una compagnia come Air France non conviene avere un hub vicino ai propri, quindi Malpensa a Linate non potranno crescere. Tutti gli aeroporti italiani saranno a malapena collegati con gli hub di Fiumicino e Francoforte, Monaco, Zurigo, Vienna, Bruxelles, essendo basi di Lufthansa, Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines per le loro connessioni. Quindi, il Sud italiano resterà sempre profondo Sud emarginato e il nord sempre provincia. Fiumicino, che sarebbe l’hub intercontinentale di ITA, potrà raggiungere livelli soltanto mediocri: infatti, il 70-80% del traffico intercontinentale avverrà attraverso linee del gruppo di appartenenza via scali non italiani.

Non credo che ci voglia O’Leary di Ryanair per capire cosa può fare Lufthansa o Air France o IAG: basta guardare una cartina geografica e vedere dove sono gli hub di questi gruppi. ITA con Alitalia possono sviluppare nell’arco di 5 anni, secondo i calcoli del progetto da me elaborato, come già ripetuto nei miei articoli, una rete globale nei 5 continenti con un minimo di 150 destinazioni per arrivare a 250, con una flotta che potrebbe arrivare fino a 200-250 aerei; creare ben 5 hub intercontinentali in Italia, dal Sud al Nord, sviluppare altri 10-15 scali principali italiani e riuscire a fare federaggio per i voli intercontinentali non solo dagli scali italiani, ma da molti altri europei e mediterranei; avere un grande traffico di transito anche intercontinentale nelle direttrici Australia-Estremo Oriente-Medio Oriente-Italia-Americhe e Africa-Italia-Americhe o Estremo Oriente-Australia.

Inoltre, possiamo creare un mercato esclusivo come fa la TAP con il Brasile e Capo Verde, che per ITA e/o Alitalia è l’Africa, il Medio Oriente e se fossimo capaci una supremazia in America Latina visti i legami con oriundi, commerciali e culturali. Con il Nord America va fatta una strategia completamente diversa dall’attuale e con aerei nuovi a disposizione. Occorre anche rivalutare l’Estremo Oriente e l’Australia.

Solo indipendenti possiamo rinascere ed essere in una nuova alleanza con vettori utili a noi e non sudditi. Io ci credo e penso tanti altri, ma la cosa grave è che il Governo non ci crede nonostante varie proposte fatte, incluse le mie, che sono state inviate agli enti competenti governativi, a cui non è stata data nemmeno una conferma di ricezione. Ho sempre scritto che non ho scopi di lucro, ma solo interesse a cooperare con le autorità competenti perché Alitalia rinasca.

antilleanatlantic@outlook.com

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