Proprio alla vigilia di Natale si poteva leggere sul Corriere della Sera che la maggioranza ha approvato un ordine del giorno di FdI su ITA che finalmente contesta l’alienazionea Lufthansa mettendo dei paletti, ma che ritengo non sufficiente e portatore di una grande confusione su cosa veramente si vuole.
Credo che il principio di mantenere le industrie strategiche in mani prevalentemente italiane con un controllo dello Stato doveva essere un accordo previo interno alla maggioranza, senza divisioni dannose per l’integrità degli asset strategici nazionali. Si può comprendere che dentro la maggioranza ci sia chi è più propenso a una guida puramente statale, chi mista e chi soltanto privata, ma è inaccettabile che i privati siano gruppi di monopolio stranieri.
Capisco che chi fa il politico non può sapere tutto sul settore aereo, ma se abbiamo finalmente un Governo “politico” a guida di un partito che pontifica da anni sulla protezione dei simboli italiani, perché leggiamo giornalmente articoli di stampa che confermano il contrario? Con piacere accolgo l’iniziativa del Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e del Sig. Milani, ma vorrei invitarli a leggersi i miei articoli dal 12 febbraio 2022 in poi, dove ho evidenziato in modo super esaustivo perché non bisogna vendere e fare entrare in società un big dell’aviazione specialmente europeo e la logica dovrebbe confermare le mie tesi che mi sembra altri esperti condividano. Il punto principale che bisogna stabilire è se il Governo vuole, come dice l’ordine del giorno, un terzo polo europeo dell’aviazione o no, perché se lo vuole bisogna dire a Lufthansa arrivederci e grazie, e lo stesso con tutti gli altri gruppi simili già descritti nei precedenti articoli.
Per avere un terzo vettore europeo e mantenere ITA con Alitalia in un ruolo strategico bisogna essere indipendenti senza avere in seno alla compagnia un socio che ha già un vettore leader in Europa o fuori Europa. Ci sono in Nord e Sud America, Africa, Asia, Medio Oriente, Oceania e in Europa tante compagnie aeree che ancora non sono in nessuna alleanza o se lo sono non credo siano tanto contente perché il loro ruolo è offuscato dai leader di ogni gruppo e non fanno parte dei 3 esistenti (Lufthansa, Air France-Klm, IAG) e quindi qualcuna di loro potrebbe migrare verso una nostra eventuale nuova alleanza (quarto gruppo) se offriamo parità e reciprocità, cosa che dovremmo creare nell’eventualità come nuovo gruppo di linee aeree in Europa con un potenziale per diventare in tempi brevi il “terzo polo aeronautico” e magari anche il secondo, coprendo in almeno 5 anni dalle 100 alle 250 destinazioni in tutti i 5 continenti. Sconsiglio di seguire i grandi consultors perché fanno gli interessi di grossi gruppi già esistenti
Per diventare il terzo vettore europeo dobbiamo iniziare da zero ma bene e il Governo deve difendere i diritti sui nostri aeroporti e dei lavoratori: solo così si possono creare le basi per far sì che ITA e Alitalia crescano e diventino quello che vogliamo; ma se ognuno pensa agli interessi personali e meschini come fatto finora, meglio non investire. Lufthansa o altre compagnie simili non devono entrare in ITA, perché poi sarà impossibile fare le cose che ci si prefigge di fare in assoluta indipendenza. Inoltre, mi sembra che ci si scordi del marchio Alitalia completamente, perché è inammissibile e grottesco che vada anche in minima parte a un gruppo leader straniero proprio con un Governo a guida Fratelli d’Italia. Vorrei ricordare all’ala che spinge a vendere a stranieri che ITA non è una società di gelati, ma è una compagnia strategica che deve rimanere italiana e se non ci sono sufficienti fondi italiani privati lo Stato deve sopperire, perché è essenziale per l’economia italiana, sicuramente con altri principi etici.
Se siamo consapevoli, come ben dice Rampelli, di poter essere il terzo vettore europeo, il problema delle cause degli ex dipendenti Alitalia non esiste, perché si può benissimo fare un piano di rilancio di ITA e Alitalia con la ripresa dei lavoratori graduale e addirittura di quelli ex Air Italy, Blue Panorama ed Ego, perché se il Governo finalmente decide di contattarmi, posso dimostrargli che possiamo dar vita a una compagnia aerea ai livelli di Iberia, KLM in uno-due anni e ai livelli di Air France in massimo 5 anni e quindi questi lavoratori saranno anche pochi.
Non possiamo pretendere che un colosso straniero faccia quello che spetta a noi ed è normale che Lufthansa o altri vogliano prendersi ITA senza certi pesi e con clausole di controllo e solo per evitare che si metta qualcuno al posto loro, ma non potranno mai svilupparla per fare il terzo vettore contro i loro interessi. Credo che sia ora di diventare adulti e capire che dobbiamo assumerci certe responsabilità, il potenziale lo abbiamo e la storia della mancanza di fondi è una balla.
Credo sia molto importante investire in Alitalia e ITA creando un motore per una grande fetta di economia attraverso il turismo, dando lavoro a tanti, creando servizi terzi, facendo funzionare i nostri aeroporti e hub ai livelli che meritano; rinvigorendo l’immagine Italia in Europa e nel mondo. Anziché continuare a investire in guerre controproducenti, vaccini che non fanno quell’effetto che si pensava, ONG che prendono finanziamenti per sfruttare ancora di più i poveri immigrati e incentivare l’immigrazione clandestina, meglio usare i soldi in altro modo. Sicuramente non si possono buttare senza un progetto serio e la sicurezza della sua esecuzione con gli obiettivi giusti che il piano ITA attuale non ha per niente, essendo anni luce distante dalla possibilità di avvicinarsi a Iberia o KLM.
antilleanatlantic@outlook.com
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