Nel corso dell’udienza svoltasi presso il Tribunale del Lavoro il 9 gennaio 2023, a seguito di richieste degli avvocati difensori di un gruppo di lavoratori ex Alitalia iscritti al sindacato Assovolo, il Giudice, pur rinviando ad altra riunione, ha deciso che il contratto sulla cessione del ramo “aviation” di Alitalia-SAI in Amministrazione controllata a ITA Airways dovrà essere presentato entro la prossima udienza. È quanto da noi auspicato in articoli precedenti e finalmente, forse, ci sarà chiarezza sull’intricata e metafisica vicenda.



Ora staremo a vedere gli effetti di questa decisione, ma lo stesso sindacato richiedente, con una delegazione, è stato ricevuto dai vertici del ministero del Lavoro ai quali è stata presentata la proposta di nuovi criteri per le assunzioni del personale navigante dal bacino Cigs, previste nel corso del corrente anno, e le tutele dei lavoratori rimasti alle dipendenze di Alitalia.



Ancora non si sa quanto la decisione potrà influire sulla trattativa in corso con il vettore tedesco Lufthansa, ma molti media hanno “scoperto” in questi ultimi giorni una sostanziale differenza tra le posizioni della Lega, rappresentata dal ministro dell’Economia Giorgetti, e Fratelli d’Italia, distonia che è però in corso da tempo.

Il primo, che appartiene a un partito di minoranza all’interno dell’attuale Governo, vorrebbe cedere totalmente il controllo ai tedeschi, anche se in varie tappe costituite da una presenza azionaria sempre più alta di Lufthansa, mentre FdI punta a un controllo del Governo attraverso il Mef della maggioranza azionaria del vettore ITA.



È indubbio che, lo ripetiamo, la decisione è di estremo rilievo per l’intera trattativa e per le diverse prese di posizione politica che si dovranno chiarire per stabilire il futuro nei cieli italiani, fatto estremamente ragguardevole vista l’importanza del nostro Paese non solo a livello meramente economico all’interno della stessa Ue, ma anche per la valenza dell’Italia nel settore del turismo. L’economia italiana, nei suoi assets nevralgici, dovrebbe mantenere un controllo nazionale (come fanno del resto gli altri Paesi europei, Francia e Germania in primis), però allo stesso tempo sfruttare le risorse umane di cultura del lavoro sempre presenti nei vari settori che elaborino piani finalmente consoni al nostro sviluppo e non più soggiogati da influenze meramente politiche che, nel corso di questi ultimi vent’anni, hanno alla fine comportato spese stellari di cui proprio Alitalia è un doloroso esempio.

Ricordiamoci che proprio la nostra compagnia di bandiera ebbe il suo ultimo bilancio positivo proprio quando c’era come AD Domenico Cempella (30 anni di anzianità aziendale in Alitaia) e come Presidente Fausto Cereti, “stranamente” un ingegnere aeronautico… sarà un caso?

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