Governo se ci sei batti un colpo… E il colpo c’è stato (non di mano o di Stato), tant’è che nella complicata faccenda sulla privatizzazione di ITA Airways il Governo ha fatto sentire tutta la sua forza con una norma ad hoc che spazzerebbe via ogni qualsivoglia interpretazione in relazione alla continuità aziendale ed economica tra Alitalia e ITA aprendo a Lufthansa le porte della privatizzazione della compagnia di bandiera italiana.
“Tenuto conto che è sorto un contrasto giurisprudenziale in merito al fatto che vi sia o meno una discontinuità aziendale tra Alitalia-Società Aerea Italiana e Ita-Italia Trasporto Aereo Spa, e considerato che tale incertezza è suscettibile di determinare riflessi negativi sia sui rapporti giuridici sia sulla finanza pubblica – si legge nel comunicato dopo il Cdm di lunedì – si è ritenuto necessario approvare una norma interpretativa che, in coerenza con le decisioni della Commissione europea, esclude che nel passaggio da Alitalia a Ita vi sia continuità”.
Il Governo nel Consiglio dei Ministri del 25 settembre ha quindi licenziato una norma che va a modificare “disposizioni di interpretazione autentica in materia di cessione di complessi aziendali da parte di aziende ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria” che “in coerenza con l’articolo 5 paragrafo 1 della Direttiva 2001/23/CE del Consiglio, del 12 marzo 2001, l’articolo 56, comma 3-bis, del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270 si interpreta nel senso che si intendono in ogni caso operazioni effettuate in vista della liquidazione dei beni del cedente che non costituiscono trasferimento di azienda, di ramo o di parti dell’azienda agli effetti previsti dall’articolo 2112 del Codice civile, le cessioni poste in essere in esecuzione del programma di cui all’articolo 27 comma 2 lettere a) e b-bis) del medesimo decreto legislativo, qualora siano effettuate sulla base di decisioni della Commissione europea che escludano la continuità economica fra cedente e cessionario…”. Ora bisognerà comprendere che tipo di strumento legislativo il Governo intenderà adottare per introdurre questa modifica.
Ma cosa significa tutto ciò? Significa che in caso di cessione di asset in una procedura di liquidazione o di amministrazione straordinaria, nei casi di specie è possibile applicare il 2112 c.c. diversamente quando l’Unione europea decreta che non c’è continuità aziendale la norma va interpretata sulla base delle decisioni europee.
È evidente che gli uffici del Mef, sentita la Commissione europea, molto probabilmente avranno colto una forte preoccupazione, rispetto alle rimostranze dei vettori concorrenti che avrebbero potuto adire alla Corte di giustizia europea non tanto per far bocciare l’operazione di privatizzazione, ma quanto per rendere le cose più complicate sia alla commissione stessa, rea di aver autorizzato una operazione “illegittima”, sia a Lufthansa facendo emergere una continuità economica che avrebbe di fatto trasferito a ITA anche il prestito ponte di Alitalia dichiarato aiuto di Stato illegittimo. Ecco quindi che a quel punto Lufthansa si potrebbe ritirare con tutte le conseguenze del caso.
Non a caso gli ex-Alitalia sono stati molte volte tirati in ballo sia a destra che a sinistra come spettro per far fallire l’operazione di privatizzazione con Lufthansa.
A un certo punto il ministro Giancarlo Giorgetti con molta probabilità avrà deciso di togliere di mezzo ogni intralcio all’operazione di privatizzazione con Lufthansa coinvolgendo anche altri ministeri tra i quali quello di Adolfo Urso competente per le imprese e quello di Carlo Nordio competente per le materie in tema di giustizia.
E ora cosa potrebbe succedere? Al momento le ipotesi sono molteplici, c’è chi afferma che la questione verrà risolta dalla Corte Costituzionale, chi invece dice che la parola passerà alla Cassazione.
Per gli ex dipendenti Alitalia che hanno in piedi i ricorsi, la risposta arriva a margine, con una nota dell’Avv. Pierluigi Panici che difende alcuni tronconi delle cause degli ex dipendenti, il quale ci tiene ad evidenziare che “…apprendiamo dal comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 51 del 25.09.2023 che tra i provvedimenti adottati nel decreto-legge è compresa una ‘norma interpretativa che in coerenza con le decisioni della Commissione europea, esclude che nel passaggio da Alitalia a ITA vi sia continuità fra le due aziende’”.
Il legale ha poi proseguito affermando che “tale norma si è resa necessaria per la incertezza giurisprudenziale nelle controversie avanti al Tribunale del Lavoro nelle quali i dipendenti Alitalia hanno rivendicato il diritto alla prosecuzione del rapporto con ITA che ha continuato a svolgere la medesima attività di trasporto aereo passeggeri dal 15.10.2021 cessata la notte del 14.10 da Alitalia. Intervento abnorme, inammissibile costituzionalmente e per le norme dei trattati Ue, assai pericoloso per i rischi di imputazioni penali di molti soggetti Istituzionali, per una pluralità di ragioni”. Affermazioni particolarmente forti che evidentemente rispecchiano il momento di tensione.
Ma Panici solleva anche un altro dubbio particolarmente complesso: “Lo Stato italiano, attraverso il Governo e per esso il Ministero del Tesoro, controlla la società ITA (come pure Alitalia) ed è dunque ‘parte sostanziale’ nelle controversie di lavoro e non può interferire in esse con norme aventi forza di legge che determinano l’esito della controversia imponendo ai Giudici la soluzione ad essa favorevole”.
Panici ha poi voluto sferzare un monito al Governo affermando che “conseguenza immediata, e di rilievo enorme: se la ‘interpretazione’ del Governo è ‘autentica’ subito dovrebbero essere indagati per bancarotta fraudolenta i Giudici Fallimentari del Tribunale di Civitavecchia, i Commissari di Alitalia in A.S., i vertici di ITA e del Ministero Del Tesoro. Avrebbero infatti autorizzato la cessione di beni o complessi di beni, distinti e non costituenti ramo di azienda, al prezzo di 1 euro (che, non è certo ‘prezzo di mercato’, come imposto dalla Commissione Ue nella nota Decisione) invece che di centinaia di milioni di euro (lo stesso ramo di azienda trasporto passeggeri – Aviation – era stato acquistato da Alitalia nel 2014 per oltre 900 milioni). Il danno per tutti i creditori di Alitalia in AS, tra cui lo Stato Italiano che deve recuperare centinaia di milioni di aiuti di stato illegittimi, i lavoratori, fornitori ecc., è infatti enorme.”
Ma nel giorno in cui il Governo ha sostenuto ITA sul fronte privatizzazione, la compagnia ha dovuto cancellare un pò di voli. Infatti, si sono registrate una serie di cancellazioni che hanno coinvolto le città di Milano, Bologna Catania e Venezia. Sul fronte lungo raggio invece si sono registrate le cancellazioni del volo su Tokyo e di quello su San Francisco. Non sappiamo ancora se queste cancellazioni sono temporanee oppure definitive. Molto probabile che siano la diretta conseguenza del fatto che alcuni aeroplani avevano raggiunto le ore limite imposte dalla norma e quindi andavano posti impeditamente in manutenzione.
Si sono registrati anche dei ritardi sui voli intercontinentali che sono stati in media di circa un’ora: la causa molto probabilmente andrebbe ricercata nella diatriba tra la società DNATA che si occupa del catering e la stessa ITA, la quale si sarebbe molto lamentata dei continui ritardi con i quali venivano caricati i pasti a bordo; addirittura in certe occasioni non sarebbe mai stati caricati.
Ma per comprendere un po’ lo stato di salute di ITA e dove attualmente la compagnia starebbe perdendo denari, abbiamo voluto provare a fare una comparazione tra ITA e Austrian Airlines vettore che fa parte del gruppo Lufthansa. La tabella di comparazione evidenzia un periodo ben preciso quello che va dal 16 settembre al 22 settembre 2023 analizzando i dati forniti da Eurocontrol.
Austrian Airlines come si può notare ha meno aeroplani di ITA, ma ben 1.800 dipendenti in più (la fiscalità e sicuramente più bassa in Austria); inoltre, ha un fatturato e un load factor di quasi 10 punti più alto di ITA.
La chiave di questi numeri sta nei voli che in pratica risultano essere quasi tutti internazionali e quindi godono di una tariffa media più alta. Anche l’offerta di posti è molto più bassa di ITA, quasi 800 mila posti in meno, però con risultati in controtendenza rispetto a ITA e che sono più che soddisfacenti. La vera problematica potrebbe infatti risiedere nella manutenzione. Gli aerei di Austrian sono in mano a Lufthansa Technik, e al momento la compagnia aerea austriaca nel periodo preso in considerazione non aveva un aereo in manutenzione, mentre ITA nello stesso periodo ne aveva ben 8 fermi (3 di lungo raggio e 5 di medio raggio). La perdita di incasso è stimata in circa 5 milioni a settimana per tutti e 8 gli aeroplani: significa, moltiplicando, una media di 22 milioni di euro al mese. Se ci mettiamo il fatto che le perdite giornaliere di ITA sono stimate in circa 1 milione di euro al giorno, basta fare due conti…
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