Com’era facilmente prevedibile, l’entrata del Prof. Arrigo nel Consiglio di amministrazione di ITA ha scatenato un mare di commenti tra gli ex dipendenti Alitalia per la speranza legata a un’evoluzione dell’attuale ITA che possa farla tornare ai livelli di quel vettore italiano conosciuto in tutto il mondo di cui ITA è proprietaria del marchio. Molto rumore che inevitabilmente si è ripercosso, come l’intero nuovo Cda, in ambito sindacale. Abbiamo quindi chiesto a Carlo Furiga, segretario nazionale di ASSOVOLO, sigla che riunisce i naviganti aerei, un parere sull’intera faccenda.
Cosa ne pensate dell’immissione di Ugo Arrigo nel nuovo Consiglio di amministrazione di ITA?
Il Prof. Arrigo si è più volte espresso riguardo le vicende Alitalia e l’evoluzione in ITA, ha sempre manifestato competenza basandosi su dati del settore che altri, seppur con incarichi diretti nella vicenda, hanno sempre ignorato. Ora che fa parte del Cda auspichiamo porti il buon senso che fino a oggi è mancato, per correggere le storture e gli “abusi” perpetrati, anche da lui evidenziati, che hanno già portato tantissimi lavoratori a rivolgersi ai tribunali. Sicuramente non è dotato di soluzioni magiche, ma se la sua competenza e voglia di metterci le mani e la faccia viene accompagnata da un cambio di approccio da parte della politica, quindi dall’attuale Governo, si potrà percorrere una rinascita fruttuosa per il sistema-Paese della compagnia aerea nazionale di bandiera, comunque la si chiami.
Secondo voi, cosa dovrebbe fare il nuovo Governo per risolvere l’intricata situazione nel settore?
Il Governo deve avere la forza di imporre una rivisitazione dell’intero settore del Trasporto aereo, imponendo un quadro di regole agli operatori. Oggi più che un ambito produttivo è una giungla con persistente fitta nebbia. Contratti di lavoro a cottimo, poverissimi, incluso quello di ITA, che sembrano “normali” a causa delle detassazioni applicate ai naviganti, compagnie straniere alle quali molteplici aeroporti hanno acconsentito l’accesso a costi irrisori facendosi dettare le regole. Quindi è ora che giunga una riforma del trasporto aero, il contratto di lavoro nazionale deve esser imposto a tutti gli operatori, gli accordi di comarketing devono essere trasparenti e applicati in base alla reale regolamentazione, infine l’assetto degli aeroporti deve essere razionalizzato e mai più demandato agli interessi campanilistici delle autorità locali.
Una riforma totale quindi…
Sì, visto che il trasporto aereo è stato, e sta tornando a essere, il volano del turismo e della movimentazione di persone e merci nella nostra penisola, lunga, montuosa e stretta, servita ancora poco e male da ferrovie e autostrade sui lunghi percorsi, non si può lasciare il settore in mano a società straniere che si autoregolano sempre a danno dei lavoratori italiani e a costo occulto da parte degli enti locali, sempre italiani, illudendo di essere economicissime all’utenza finale, quando sono in realtà un costo abnorme per l’intera Italia. Per questo il 25 novembre manifestiamo sotto il “Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili”, il Mims, e per chiedere con forza che migliaia di famiglie non vengano lasciate senza un lavoro e sostentamento a causa di scelte scellerate da parte dei precedenti governi che hanno impostato un percorso suicida, basato su un aleatorio “l’ha detto l’Europa”, ben sapendo che è falsissimo.
(Guido Gazzoli)
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