Diciamocelo, se Alfredo Altavilla, Presidente di ITA Airways avesse dirottato un Airbus A320, sostituendolo con un A330 aereo notoriamente utilizzato per le rotte intercontinentali, sulla tratta da Fiumicino a Cagliari per portare amici e parenti in vacanza, sarebbe come sparare sulla Croce rossa. Invece chi scrive pensa che Altavilla abbia solo peccato di stile, perché sicuramente l’aeromobile in questione, attualmente sottoutilizzato sulle rotte intercontinentali, era stato programmato già da due mesi e mezzo prima per l’utilizzo su quella tratta, quindi non si tratta di alcun favoritismo degno della Corte dei conti, ma come si diceva è tutto riconducibile a una questione di stile, Altavilla e Co. avrebbero potuto viaggiare in un altra giornata, in economy e con altri passeggeri e nulla di tutto ciò avrebbe creato tanto scalpore…
Ma torniamo alle questioni più interessanti. Sono più di 150 i ricorsi presentati al Tribunale di Roma dai lavoratori ex Alitalia per vedersi riconoscere la continuità aziendale tra Alitalia Sai in A.S. e ITA Airways Spa ai sensi dell’Art. 2112 del Codice civile. Nei ricorsi presentati dai lavoratori, più di 1.500, infatti si chiede al Giudice del Lavoro di sentenziare che ITA Airways non è altro che la prosecuzione dell’attività di Alitalia nonostante i vari decreti e le varie peripezie per dimostrare il contrario.
Le cause di lavoro sono state divise in più filoni, e il primo, che riguarderebbe circa un centinaio di lavoratori per lo più assistenti di volo, dovrebbe andare a sentenza già il prossimo novembre. Il giudice, infatti, ha deciso di non chiedere ulteriori prove o testimonianze ritenendo che vi fossero già prove a sufficienza nei ricorsi stessi per poter andare sentenza.
Ovviamente si tratterà di una sentenza di primo grado che però non potrà non essere tenuta in evidenza anche dagli altri magistrati giudicanti i quali potrebbero anche determinare in prima istanza l’immediata riassunzione del personale ricorrente. Cosa succederebbe, quindi, se le cause dovessero essere vinte dai lavoratori?
Questa è la parte più interessante, al di la del fatto che un eventuale acquirente si ritroverebbe 1.500 persone in più da pagare, si aprirebbero sicuramente degli scenari inediti. Per prima cosa, oggi ITA non ha lavoro per tutti quelli che dovrebbero essere reintegrati, quindi per loro si prospetterebbe nuovamente la Cassa integrazione, inoltre molti dovrebbero essere ri-certificati e quindi ci sarebbe un investimento immediato in termini di risorse di training per poter mettere in condizione piloti e assistenti di volo in modo da essere pronti per un eventuale richiamo in servizio.
Ma veniamo alla notizia del giorno. Il volo AZ 630 del 16 agosto 2022 che avrebbe dovuto collegare Roma Fiumicino con Miami era partito alla volta della città statunitense alle ore 10.40. Sarebbe dovuto arriva alle 4 del pomeriggio ora della Florida.
A un certo punto l’aeromobile arrivato vicino alle coste francesi della Bretagna ha dovuto fare dietrofront e rientrare a Fiumicino in quanto si sarebbe verificato un problema tecnico ad alcune parti dell’aeromobile.
L’aereo in fase di decollo, infatti, avrebbe perso i ceppi di frenata di uno dei carrelli dell’aeromobile. La questione non sarebbe di tanto interesse se l’aeromobile – un Airbus A330 con le marche EI-EJL – non fosse lo stesso aeromobile coinvolto nell’incidente con il Boeing B777 di Air France lo scorso 17 giugno 2022 a New York e di cui avevamo già scritto in un articolo precedente.
L’equipaggio, però, invece di rientrare immediatamente a Fiumicino per i controlli del caso, ha volato fino alle coste della Francia prima di decidere di fare marcia indietro e facendo anche altri due passaggi al largo dell’Isola d’Elba prima di atterrare a Roma Fiumicino. Diciamo che un pilota attento avrebbe immediatamente dovuto comunicare emergenza a bordo per guasto tecnico e fare rientro immediato a Fiumicino, dato che i ceppi dei freni del carrello avrebbero potuto o danneggiare sia uno dei due motori oppure d’impatto danneggiare la fusoliera dell’aereo incidendo sulla sicurezza dell’aeromobile.
Più di qualcuno avrebbe fatto una battuta del genere: “Ma che sfortuna proprio lo stesso aereo dell’incidente di New York…”. Io vi dico che invece è stata solo una gran fortuna che anche stavolta è andato tutto per il meglio.
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