Inizia tutto da Istanbul e non è un caso. Infatti, a pochi giorni dalla firma dell’accordo tra il Mef e Lufthansa per la privatizzazione di ITA Airways, emergono nuove sfide e questioni legali che richiedono un’attenzione immediata sulle questioni della nostra compagnia di bandiera italiana. Prima tra tutte quella relativa alla Corte dei Conti che non ha ancora dato il suo avvallo sul contratto tra Lufthansa e il Mef, gettando ancora un’ombra di incertezza sul futuro dell’accordo. Va ricordato infatti che l’avvallo della Corte è solo il primo step per rendere operativo l’accordo tra Lufthansa e il nostro Governo. Le negoziazioni tra Mef e Lufthansa sono durate oltre sei mesi, per terminare con un’intesa, siglata lo scorso 25 maggio, che si articola in tre tappe.



La prima: dopo aver ottenuto l’autorizzazione dell’Antitrust Ue, Lufthansa potrà accedere a un aumento di capitale riservato del valore di 325 milioni per il 41% dell’aviolinea tricolore.  La seconda: tra il 2025 e il 2027 potrà essere acquisito un ulteriore 49% (per un totale del 90% del capitale) a un prezzo stabilito di 325 milioni, e se alla fine del 2027 ITA avrà raggiunto gli obiettivi del piano, Lufthansa riconoscerà al ministero un “earn out” di 100 milioni. La terza: nel biennio successivo, il gruppo tedesco avrà diritto al rimanente 10% per altri 79 milioni. In sostanza: entro il 2029, in sei anni a partire da oggi, e per complessivi 829 milioni di euro, Lufthansa potrà assimilare il 100% della compagnia di bandiera italiana.



Attualmente, il Consiglio di amministrazione di ITA opera in regime di proroga, il che, vista la delicatezza del momento, potrebbe influire sulla stabilità e sulla pianificazione a lungo termine della compagnia, anche se da informazioni di corridoio viene data per certa un’assemblea per le nomine che potrebbe essere convocata nella prima decade di luglio.

Inoltre, l’emergere di problemi di natura legale legati alle cause degli oltre 1.300 ex dipendenti di Alitalia richiede una risposta tempestiva da parte dell’azienda e delle autorità competenti, e uno dei primi problemi in relazione all’accordo con Lufthansa è arrivato proprio ieri da parte del Tribunale di Roma che ha parzialmente accolto il ricorso di 77 ex dipendenti Alitalia (erano inizialmente 109) difesi dagli avvocati Pier Luigi Panici e Carlo Guglielmi che dovranno essere reintegrati in ITA.



Il Giudice del Lavoro ha così disposto: «Visti gli artt. 429 c.p.c., 2112 c.c. e l’art.1 paragrafo 1 lett. a) e b) della Direttiva 2001/23/CE del Consiglio del 12 marzo 2001, in parziale accoglimento dei ricorsi accerta la sussistenza del trasferimento di ramo d’azienda tra Alitalia Società Aerea Italiana s.p.a in A.S. unitamente a Alitalia Cityliner Società per Azioni in A.S e Italia Trasporto Aereo s.p.a. – ITA, verificatosi in attuazione del “contratto di cessione del complesso di beni e contratti” concluso tra le parti in data 14 ottobre 2021. Dichiara per l’effetto il diritto dei ricorrenti alla prosecuzione del rapporto di lavoro alle dipendenze della società Italia Trasporto Aereo s.p.a. – ITA con decorrenza dal 15 ottobre 2021. Condanna la società convenuta al pagamento ai ricorrenti delle retribuzioni maturate dalla decorrenza da ultimo indicata. Rigetta le domande volte all’accertamento della violazione da parte di Italia Trasporto Aereo s.p.a. – ITA dei criteri di imparzialità e trasparenza nelle procedure di reclutamento del personale e le conseguenti pretese risarcitorie del danno asseritamente sofferto in conseguenza della violazione. Rigetta le domande volte all’accertamento della discriminazione nell’accesso al lavoro in violazione degli artt. 25 e 27 dcl D. Lgs. n.198 del 2006 e dell’art. 4 del D. Lgs. n.216 dcl 2003. Condanna la società resistente al pagamento in favore dei procuratori dei ricorrenti, dichiaratisi antistatari, tra loro in solido nelle misure in proporzione spettanti dei 2/3 dei compensi di lite liquidati nella complessiva misura di € 43.042,60, con compensazione del restante 1/3. Fissa in giorni sessanta il termine per il deposito dei motivi».

Il dispositivo non da adito ad alcuna interpretazione ed è molto chiaro: ITA dovrà assumere tutti i ricorrenti a far data dal 15 ottobre 2021 allo stesso stipendio di prima che erano assunti in Alitalia. Alla luce di quanto determinato dal Giudice a questo punto sarebbe importante comprendere se l’avanzamento del processo di privatizzazione e il percorso di ITA verso Star Alliance potrebbero subire ritardi o modifiche proprio a causa delle questioni legali attualmente in corso.

Non solo, il “Piano Lazzerini”, in virtù della determinazione del Giudice del Lavoro di Roma, che lo ricordiamo è immediatamente esecutiva, andrà rivisto proprio per l’effetto che questa prima sentenza, alla quale è immaginabile altri giudici si potrebbero uniformare, avrà sul piano industriale di ITA e sui conti della compagnia.

Inoltre, ITA a seguito di tale sentenza dovrà necessariamente inserire nel bilancio una posta per acconti e per le cause in essere di almeno 200 milioni di euro. Che ITA non avesse inserito delle poste a bilancio a copertura delle cause con gli ex Alitalia era una questione nota e che già avevamo fatto emergere negli articoli precedenti, criticando tale scelta anche se tutto ciò avrebbe fortemente inciso sui bilanci della compagnia di bandiera.

Ma c’è anche una nota positiva: gli slot trasferiti a ITA dalla vecchia Alitalia non potranno essere “toccati” in quanto è stato “decretato” che sono stati trasferiti con il ramo di azienda di Alitalia. Ora vedremo se ITA modificherà la sua politica aziendale affidando a un altro pool di avvocati la questione delle cause degli ex dipendenti Alitalia, oppure continuerà a dare battaglia proponendo il ricorso in Appello verso la sentenza del Giudice Cottatellucci.

Oltre agli aspetti legali, ITA dovrà affrontare altre questioni cruciali. Il mercato domestico italiano, ormai è nelle mani delle compagnie aeree low cost e sembra essere un terreno ormai perso per il vettore italiano. Le continue cancellazioni di voli per mancanza di prenotazioni su città come Torino, Napoli e Bologna testimoniano che il mercato domestico ormai è nelle mani di compagnie come Ryanair e Wizz Air che possono applicare tariffe più contenute di quella attualmente applicate da ITA.

Pertanto, l’obiettivo primario della compagnia di bandiera necessariamente sarà quello di rimodellare il piano e di concentrarsi sul rafforzamento di Milano Linate come hub europeo, e sulla connettività intercontinentale con Roma Fiumicino. Il ruolo di Linate a questo punto dovrebbe diventare ancor più cruciale, considerando il valore aggiunto che ITA porterà in dote a Lufthansa grazie all’incremento del traffico proveniente proprio dall’area lombarda. Se poi in futuro il Governo dovesse aprire Milano Linate al traffico intercontinentale il valore degli slot in mano alla compagnia di bandiera, aumenteranno esponenzialmente e potrebbero raggiungere livelli economici che attualmente possiamo notare solo sullo scalo di Londra Heathrow. Un vero patrimonio.

Con l’ingresso di Lufthansa, ITA dovrebbe puntare sulla presenza di clienti legati alle grandi aziende (la c.d. clientela business) e sui frequent flyer del segmento premium leisure sfruttando l’integrazione del programma di fedeltà Volare in Miles & More. Milano Malpensa, d’altra parte, sembra essere meno prioritario nell’attuale contesto anche se potrebbe avere un ruolo come hub per l’attività cargo.

Per quanto riguarda i voli a lungo raggio, ITA dovrà identificare le rotte più redditizie per garantire la redditività della compagnia. Gli assi geografici dell’Africa, del Medio Oriente, del Sud America e dell’India potrebbero offrire opportunità interessanti, nonostante la concorrenza diretta delle compagnie aeree del Golfo e dei giganti asiatici che già stanno lavorando per costruire dei veri e propri hub di accesso, soprattutto nell’area dell’Africa centrale che al momento vede Air France in pole position.

Tuttavia, l’entrata di ITA nella joint venture Atlantica con Lufthansa e United potrebbe comportare sfide significative.

ITA dovrà confrontarsi con la condivisione limitata del traffico e dei profitti all’interno dell’alleanza, in quanto il suo attuale contributo rappresenta meno del 5% dell’intera rete Europa-Nordamerica. ITA quindi dovrà trovare il giusto equilibrio tra l’incremento delle capacità aeroportuali a Fiumicino e la condivisione delle rotte transatlantiche con i partner esistenti. Mentre l’attuale contesto si sta evolvendo, va detto a chiare lettere che la situazione che si è venuta a creare con gli ex dipendenti Alitalia non può essere ascritta all’attuale Governo di Giorgia Meloni che ne ha ereditato la complessità e le scelte passate, fidandosi delle informazioni che arrivavano dalla compagnia. Ma adesso, anche alla luce della sentenza del tribunale di Roma, sarà importante per ITA cambiare subito pagina e passo, ed è qui che il Governo dovrebbe intervenire energicamente, perché è importante e urgente che ITA affronti immediatamente i problemi di natura legale e assicuri il pieno supporto delle autorità competenti. Andrebbe inoltre elaborato un piano di brevissimo periodo anche attraverso il supporto di un “temporary management” e cioè un gruppo di manager esperti del settore che per un periodo delimitato e alle dipendenze del Cda si possano occupare di adeguare il piano industriale del vettore, mettere mano alla direzione operazioni volo e assicurare la piena transizione con il futuro partner Lufthansa in modo che il tutto possa avvenire senza intoppi e senza interferenze di sorta con l’intento di tenere la barra dritta.

Solo affrontando tali sfide in modo tempestivo ed efficace, la compagnia potrà consolidare la sua posizione nel settore aeronautico e realizzare quindi con successo i progetti per il futuro.

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