Nel gran bailamme metafisico che da sempre coinvolge ITA, al punto che ci sarebbe da chiedere se non fosse il caso di dedicare un velivolo a Jorge Luis Borges (padre indiscusso della metafisica), ecco che, dopo lo sconquasso dirigenziale e l’allontanamento di Altavilla, il ministero dell’Economia e delle Finanze, in vista dell’assemblea dei soci, indica come componenti del consiglio di amministrazione della compagnia aerea Antonio Turicchi come Presidente, Fabio Lazzerini come AD mentre saranno consiglieri Gabriella Alemanno, Frances Ousleey e nientepopòdimenoche (direbbe il leggendario Mario Riva) una nostra vecchia conoscenza…. Ugo Arrigo.
Il fatto di quest’ultima nomina debbo confessare che mi riapre il cuore e la speranza di vedere finalmente risorgere una Alitalia-ITA, visto che l’attuale vettore è pure il proprietario dello storico marchio che, lo ricordiamo, dopo la Ferrari è considerato quello italiano più conosciuto al mondo.
Dobbiamo ricordare di come Ugo sia anche uno dei padri di un piano che circa 4 anni fa venne presentato durante il Governo Conte 2 per non solo salvare la disastrata AZ ma anche per rilanciarla verso un mercato globale, progetto che aveva anche l’approvazione dell’Ue, ma che si abbandonò all’ultimo chilometro perché si ricordò ai presenti (l’altro esperto Gaetano Intrieri e l’allora Ministro Patuanelli) che ormai Alitalia sarebbe stata inghiottita da Lufthansa.
Con una flotta di oltre 300 aerei e l’entrata in società del fondo Certares, si sarebbe costituita di fatto una delle principali compagnie europee e rivissuto il sogno mancato del 1998 quando l’allora AD Cempella stava per costruire, attraverso l’alleanza con l’Olandese KLM, la più grande compagnia aerea europea con ben 3 hub: Fiumicino dedicato al Mediterraneo e Malpensa e Schipol all’Europa.
Purtroppo, come sappiamo, quell’esperienza fallì per ingerenze non proprio etiche sia di una politica italiana completamente ignorante in materia e tutta rivolta a una diatriba tra l’importanza di Malpensa o Fiumicino ed una Ue (che ancora non era) manovrata dalle lobby aeronautiche straniere che spinsero a far fallire il progetto dato che l’Italia rappresentava per loro il secondo mercato dopo quello nazionale.
Ora si potrebbe arrivare a pensare che quella speranza possa tornare a rinascere perché in questa Ue dove ogni nazione, in nome del proprio sovranismo (termine abusato dal radical-chic Pd come sinonimo di fascismo) fa in pratica quello che più gli pare e piace, non vedo come finalmente anche l’Italia non possa dire la sua e agire per proteggere i propri interessi in una partita che a questo punto diventa importantissima e, lo ripeto, riprende la questione che il sogno di Cempella stava realizzando.
L’Italia dispone di un traffico globale notevole, vuoi per il turismo o per la nostra emigrazione, vuoi invece per il potenziale di oltre 260 milioni di italici presenti nel mondo: persone non solamente italiane o di origine nostrana, ma anche moltissime nella cui attività adottano il nostro modus vivendi, trasformandosi nella pratica in italiani acquisiti, sebbene spesso senza radici di antenati nel passato. Ora questa opportunità potrebbe trovare proprio in Alitalia-ITA, un vettore che li rappresenta e quindi ciò garantirebbe un traffico notevole: è chiaro che però le aerolinee “consorelle” non starebbero con le mani in mano, con il rischio di perdersi una gran fetta di traffico aereo, ma a questo punto si dimostrerebbe (e bisognerebbe farlo) che la musica è un po’ cambiata rispetto al nostro servilismo economico degli ultimi 20 anni.
Insomma, coltiviamoci questa speranza anche perché non si capirebbe perché, se non possa essere realizzata, Arrigo sia stato messo in squadra, visto che oltre a essere esperto del settore è pure una persona tutta d’un pezzo e non credo proprio che sarebbe disposta ad avere compiti di sola facciata nella questione.
Resta da chiedersi però come mai una soluzione così a portata di mano da lustri sia stata presa in considerazione solo ora: ma la nostra cara Italia ci ha sempre dimostrato una certa incapacità temporale a riconoscere e apprezzare le carte vincenti. Potremmo citare svariati esempi, ma preferiamo incrociare le dita e sperare che questa, finalmente, sia la volta “bbona ” (per dirla in romanesco) della nascita di un vettore che ha avuto una gestazione un po’ oltre i limiti. Auguroni Ugo!
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