Si è da poco festeggiato il 25 aprile, che dovrebbe rappresentare un simbolo di indipendenza e libertà, ma siamo vicini alla vendita di un pezzo di sovranità, che è ITA, a Lufthansa. Pare che la firma sia stata rinviata al 12 maggio, il che mi rincuora e spero in un ripensamento per evitare l’ennesima perdita di sovranità.
Credo che il Governo, retto da una maggioranza che ha sempre proclamato di difendere i nostri simboli, dovrebbe farci un bel regalo: riutilizzare Alitalia da subito e creare alleanze e non svendere ITA, ascoltando le varie voci e proposte per un rilancio vero e non finto con Lufthansa o simili. Le proposte ci sono e la cosa grave è che molte sono state fatte gratis, compresa la mia, ma nessuna è stata ascoltata, mentre, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono stati spesi per consulenze 9,34 milioni per avere poi un vettore superato da TAP, Austrian Airlines, Swiss, Brussels Airlines e KLM.
Per non dilungarmi oggi vi mostro tre tabelle attualizzate a questo mese dove si compara il gruppo Lufthansa (Lufthansa, Aerologic linea cargo, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Edelweiss Air, Eurowings Discover, Swiss International Air Lines, senza Air Dolomiti che opera solo in Europa) solo per il lungo e medio raggio in Paesi extraeuropei con ITA, grazie alle quali potrete tutti capire la distanza abissale incolmabile se si continua così e che non potrà che peggiorerà se faremo parte di Lufthansa, che proteggerà delle destinazioni per i vettori del suo gruppo così da non danneggiarli.
Da queste tabelle si evince come le uniche zone geografiche dove il gruppo Lufthansa ha bisogno di creare traffico sono il Sudamerica (se non compra TAP), parte dei Caraibi e del Nord Africa, l’Australia e la Nuova Zelanda.
Per questi ultimi Paesi bisogna considerare la dura concorrenza delle linee aeree del Golfo, come Emirates, Air Qatar ed Etihad, e la stessa Qantas e la cosa più lampante che tutti dovremmo percepire, compreso il Governo italiano, è che ITA non ha una presenza significativa in queste zone dove Lufthansa con il suo gruppo non è presente e, quindi, i tedeschi potrebbero aprire delle tratte con i propri vettori senza dover comprare un’ingombrante e improduttiva ITA. Le converrebbe maggiormente TAP, che ha i conti in regola e un network con ben 11 destinazioni solo in Brasile, 3 tra Messico e il Venezuela e 12 in Africa.
La maggior parte del traffico da e per l’Italia con il resto del mondo, che è sempre molto importante, purtroppo verrà dirottata principalmente sulle linee del gruppo Lufthansa, che potrebbe ricrearsi con origine in Italia solo se rimanessimo indipendenti. Se non si capisce questo punto, che con le mie tabelle è chiarissimo vedendo come ITA non serve per niente a Lufthansa, allora forse si vuole tappare il sole con un dito. Lufthansa vuole ITA per evitare che cresca o la prenda un altro conglomerato e controlli il mercato italiano con i suoi slot e soprattutto per controllare il marchio Alitalia, che, con buoni network, flotta, tariffe e e management potrebbe diventare il leader del quarto gruppo europeo.
Nonostante il Covid, ormai il gruppo Lufthansa si è ripreso molto bene e si vede chiaramente come i mercati di Nord America, Africa, Medio Oriente, Asia Centrale e Medio Oriente sono ben serviti dalle linee del gruppo e ITA per quelle destinazioni si dovrà appoggiare a loro attraverso gli hub in Centro Europa, facendo solo da feeder. O’Leary di Ryanair questo lo ha ripetuto varie volte. Addirittura si può osservare una grande ripresa con aumento di destinazioni e voli specialmente di Edelweiss Air da Zurigo verso il mondo, di Brussels Airlines verso l’Africa ed Eurowings Discover in Germania si sta espandendo molto con la sua formula leisure e low cost. Quindi, non ci sono grandi speranze verso l’Africa e il Medio Oriente in caso di matrimonio con Lufthansa e ancor meno verso il Nord America, l’Asia Centrale e l’Estremo Oriente.
Credo che ci si possa scordare di avere basi cargo in Italia per il mondo, perché tra Lufthansa Cargo e Aerologic in joint-venture con DHL, che è di Deutsche Post, quindi un club tedesco totale, ci sono già degli hub a Francoforte e Lipsia. Al massimo forse Malpensa farà da raccoglitore per tutta Italia.
Come potete vedere dai totali nelle tabelle, il rapporto tra il gruppo Lufthansa e ITA per numero di destinazioni e di nazioni servite rappresenta un solco troppo grande e spero che con 9,34 milioni di spesa in consulenze qualcuno abbia il coraggio di dirlo al nostro Governo prima della firma del 12 maggio. Alle volte non si sa se veramente si voglia risolvere il capitolo trasporto aereo in modo proficuo e per lo sviluppo del settore o se invece non se ne voglia uscire facendo finta di aver tutelato gli italiani e i lavoratori.
Anche un non esperto può capire con queste tabelle che il Governo potrebbe rilanciare ITA con Alitalia indipendente senza entrare in Lufthansa, Air France-KLM o IAG. Altrimenti farebbe meglio a chiudere ITA risparmiandoci altre tragedie. Alla fine dei conti, questo matrimonio non s’ha da fare.
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