Dopo il mio ultimo articolo del 27 maggio scorso ho osservato in silenzio, visto che non aveva senso scrivere altro su ITA, una compagnia destinata con la cessione del 41% a Lufthansa, a mio avviso, al proprio funerale. Credo di essere stato tra i pochi a esporre in pubblico tutta la contrarietà a questa operazione. Ora, però, sta emergendo una situazione dei conti drammatica e colmabile solo con altri fondi o con una sforbiciata drastica, cosa che ormai dovrebbe fare Lufthansa, sempre che non si tiri indietro. Forse in pochi lo hanno capito, ma i cambiamenti nel Cda e l’allontanamento dell’Ad Lazzerini significano che tutto o quasi è stato fatto male finora. In teoria Lufthansa, alzando il coperchio, potrebbero fare due conti e rinunciare all’operazione. A quel punto al Governo italiano non resterà che mettere altri fondi e finalmente ascoltare i comuni e mortali (costiamo sicuramente meno) e non i grandi esperti dei grandi gruppi che finora hanno consigliato male, oppure chiuderla definitivamente.
Dall’inizio di questa avventura di ITA ho sempre evidenziato che non c’erano motivi per una cambio di flotta cosi radicale – dal momento che c’erano aeromobili utilizzabili di Alitalia con piloti già addestrati – e che il network era povero e concentrato sul medio raggio, anziché sul lungo raggio. Il Governo, ancora prima ancora di insediarsi, sapeva bene che l’Ue faceva il gioco dei grandi vettori e quindi mi sarei aspettato che si battesse per avere una vera compagnia che ci rappresenti e nello stesso tempo si disfacesse di tutti quei contratti sbagliati e onerosi, specialmente sulla flotta, sbarazzandosi di chi ha preso decisioni sbagliate che hanno condotto ITA di nuovo sul baratro.
A Lufthansa, sempre se entrerà, converrà forse mantenersi un po’ il lungo raggio, ma sempre in riserva. Poi non scordiamoci che ha nel suo gruppo altre compagnie in Svizzera, Austria, Belgio e in Italia che bene o male coprono tutto il globo e non ha bisogno di ITA, se non per evitare che altri si intrufolino, per presidiare gli slot di Linate, per controllare il cargo in Italia via Germania.
Da mesi ho fatto molte proposte e a questo punto mi rivolgo al Governo italiano perché ascolti chi ha idee per evitare la chiusura della compagnia e costruirne il rilancio. Ricordiamoci che il marchio Alitalia è di ITA e passerà a Lufthansa che poi potrà pure chiuderla, dopo che lo abbiamo ripagato 90 milioni. Stiamo parlando di un simbolo italiano che dovrebbe rimanere nostro per sempre.
Siamo ancora in tempo per un vero rilancio che è possibile solamente, come ho spiegato già nell’articolo del 10 luglio 2022, costruendo la quarta alleanza aerea in Europa dopo Star Alliance, Sky Team e IAG. Occorre muoversi subito prima che le altre compagnie potenziali partner siano assorbite dai grandi gruppi. Il rilancio è possibile con un vero lungo raggio che alimenta il medio raggio, mentre finora si è ragionato al contrario. Il medio raggio ormai è in mano a vettori stranieri e low cost che operano sui nostri aeroporti direttamente senza fare scalo a Roma e offrono dal doppio a 20 volte più destinazioni di ITA che raggiunge pochi scali a lungo raggio. La favola del Nord America è un boomerang: l’Italia geograficamente è indietro rispetto a quasi tutti i Paesi europei in relazione a Canada e Stati Uniti, quindi quasi tutte le compagnie europee hanno maggiori vantaggi di distanza e quindi di consumo e di costi. Addirittura da certi punti in Europa si può arrivare in Nord America con semplici A320 neo, A321LR, B757-200, con una notevole riduzione di costi.
Visti i tempi dell’Ue per una decisione sull’ingresso di Lufthansa e le possibili intromissioni di altri Paesi tese a evitare questa operazione, il Governo dovrà forse ricapitalizzare ITA, quindi a questo punto perché non valutare un rilancio senza Lufthansa e nessun gruppo egemone? Se il Governo metterà fondi solo per aspettare Lufthansa potrebbe essere un boomerang molto pericoloso con il rischio di perdere questi fondi in pochi giorni: visto come sta andando ITA, Lufthansa potrebbe non entrare.
Poche settimane fa, Fiumicino ha vinto di nuovo il premio come miglior aeroporto in Europa, quindi ancora nel 2023 in Italia sappiamo fare cose buone in aviazione: perché non crederci anche riguardo una compagnia aerea?
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