Nel momento più delicato della partita che si sta giocando nella privatizzazione di ITA arriva atteso il dispositivo del Giudice Palo Mormile del Tribunale del Lavoro di Roma che reintegra ben 185 ex dipendenti della ex Alitalia.
Il dispositivo cita testualmente: “In parziale accoglimento dei ricorsi accerta e dichiara la sussistenza di un trasferimento di ramo d’azienda tra Alitalia Società Aerea Italia s.p.a. in A.S. unitamente ad Alitalia Cityliner Società per Azione in A.S. e Italia Trasporto Aereo s.p.a. – ITA verificatosi in attuazione del ‘contratto di cessione del complesso di beni e contratti’ concluso tra le parti in data 14 ottobre 2021, seppure in assenza di un passaggio diretto dei lavoratori-ricorrenti alle dipendenze della società cessionaria Italia Trasporto Aereo s.p.a. – ITA, in deroga all’art. 2112 c.c., ai sensi dell’art. 56, co. 3-bis, d.lgs. n. 270/1999 e per l’effetto accerta e dichiara, per tutte le ragioni di cui in motivazione, il diritto dei ricorrenti ad essere assunti a tempo indeterminato alle dipendenze della società Italia Trasporto Aereo s.p.a. – ITA, in esecuzione della presente pronuncia, anche in deroga alle procedure di reclutamento del personale vigenti in azienda, con decorrenza giuridica ed economica dalla data di sottoscrizione dei singoli contratti individuali di lavoro, conservando il medesimo inquadramento economico-normativo posseduto ex ante”.
Quindi il Giudice, accogliendo il ricorso in modo parziale, ha riconosciuto il diritto dei dipendenti alla prosecuzione del rapporto di lavoro alle stesse condizioni e con gli stessi diritti del contratto Alitalia, ma non le retribuzioni arretrate. La sentenza ovviamente è immediatamente esecutiva.
L’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, senza fare alcun commento alla recente sentenza del Tribunale di Roma, si è mostrato molto tranquillo e ottimista. È fiducioso che l’antitrust dell’Ue autorizzerà l’accordo e che Lufthansa quindi procederà all’integrazione di ITA già all’inizio dell’anno prossimo.
Anche le reazioni del mondo sindacale non si sono fatte attendere: il Comandante ex Alitalia, Danilo Baratti di Navaid, una delle organizzazioni più attive nella battaglia a favore degli ex AZ, ha espresso una grande soddisfazione per la sentenza, ma in particolare tutte le sigle aderenti “chiedono con forza alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di assumere l’iniziativa, e prendere in mano personalmente questa vertenza, per trovare un accordo con le OO.SS. e Associazioni Professionali che sono state escluse da ogni tipo di concertazione e trattativa, invece che portare all’approvazione un decreto omnibus che, nel prorogare la cassa integrazione per il personale Alitalia da gennaio a ottobre del 2024, umilia addirittura le professioni e la qualità del lavoro imponendo un taglio ed un tetto alla cassa integrazione ed all’integrazione al reddito in violazione con diritti costituzionali quali la giusta retribuzione. Chiediamo al Governo di modificare il Decreto Omnibus e di aprire un tavolo di confronto in quanto siamo convinti che le soluzioni siano alla portata di tutti”.
Lapidario invece il commento della compagnia di bandiera. Infatti, alla domanda cosa cambia con questa sentenza la compagnia, ci ha fatto sapere per il tramite dell’ufficio stampa che “il dispositivo, è abbastanza singolare si ritiene che le reali implicazioni si accerteranno solo una volta lette le motivazioni”. In realtà, noi avevamo chiesto che fosse direttamente il Presidente Turicchi a dare delle risposte in merito alle cause degli ex Alitalia, ma anche alla luce dei problemi che sono emersi in sede europea dove ci sono state delle frizioni con la Commissione di valutazione del dossier ITA. E infatti sempre per il tramite dell’ufficio stampa della compagnia abbiamo posto alla massima carica esecutiva di ITA una serie di domande, ad esempio: “Presidente Turicchi non crede che con questa nuova sentenza si stia imboccando una strada turbolenta e quindi, non è forse il caso di cambiare strategia legale?”.
Inoltre, abbiamo chiesto al Presidente di farci avere un commento su alcune indiscrezioni uscite sulla stampa la settimana scorsa dove lo stesso Turicchi viene chiamato in causa circa un alterco con l’ex Ceo Fabio Lazzerini, più precisamente la testata riportava che “Lazzerini aveva telefonato a Turicchi manifestando tutta la sua irritazione per l’accordo e minacciandolo esplicitamente di mandare tramite i suoi canali politici il dossier alla DG Competition per bloccare l’operazione. Quello che è certo è che l’ex ad è entrato in contatto con la Commissione europea dando la sua versione. E lo ha fatto anche tramite Paolo Gentiloni, i cui contatti risalgono all’inizio di questa vicenda (sono dello stesso schieramento politico). Turicchi ha poi riferito di questa telefonata dai toni accesi direttamente al Mef e al Governo” . Sempre la stessa fonte riportava nello stesso articolo che “Gentiloni, insieme ai notabili del suo partito Letta, Gualtieri, De Micheli, più Conte e i due dirigenti del Mef Alessandro Rivera e Filippo Giansante, sperava che la compagnia venisse venduta ai francesi e non ai tedeschi. Non a caso l’inopinato apparire sulla scena a trattativa con i tedeschi quasi chiusa del fondo Certares, operazione costruita ad hoc da Lazzerini su volere politico del Pd, avveniva all’interno di un consorzio che aveva Air France come capofila commerciale. Durante la gara tra le due cordate i contatti tra l’ambasciata francese, lo staff di Macron con il Pd e una parte del Mef sono stati assidui e costanti, a tratti anche molto intensi”.
Alla nostra domanda “Presidente Turicchi può confermare o meno questa vicenda e se a tutela propria e della compagnia ha per caso presentato una denuncia/querela alle autorità competenti?”. E ancora: “In merito alle indiscrezioni riportate dalla testata di cui sopra ci può confermare questa tesi? E nel caso, quali sono stati gli accorgimenti attuati dal Cda di ITA e dal Mef per proteggere l’accordo con Lufthansa?”, il Presidente di ITA non ha voluto rilasciare alcun commento.
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