Per quanto riguarda gli sviluppi del caso ITA, ieri il Giudice Cottatellucci ha depositato una lunga relazione che in pratica descrive le motivazioni del decreto che vede riconosciuta a 67 ex dipendenti Alitalia la loro continuità aziendale. Il documento, di estrema importanza, potrebbe anche influenzare le mosse sul futuro di ITA: abbiamo chiesto a Carlo Furiga, Segretario nazionale del Sindacato Assovolo (che ha promosso la causa inerente il documento) di spiegarci meglio la questione.
Cosa dice questa sentenza?
Le 41 pagine riepilogano i fatti accaduti alla luce di testimonianze acquisite dal Giudice, di una marea di documenti e del contratto di cessione. Da una parte mette subito al riparo ITA da conseguenze legate alla discontinuità economica come richiesta da un ente amministrativo, non giudiziario, della comunità europea. Poi prosegue evidenziando il perché, sia per la legge italiana, sia per quella europea, non si sarebbe potuto procedere alla scelta dei lavoratori, mascherando il tutto da azienda nuova di pacca. Quindi, ordina la prosecuzione del rapporto di lavoro dei ricorrenti.
Secondo la relazione del Giudice, l’Ue ha in definitiva rispettato le sue prerogative sulla questione, perché in pratica ha chiesto a ITA di operare in discontinuità, cosa peraltro non realizzata dalla compagnia…
Sono due piani differenti. La discontinuità economica riguarda il fatto che sono due società diverse e la nuova è improntata come da richieste della DG Competition, a condizioni di mercato. Si chiede il Giudice se davvero sia stato tutto rispettato, ma non entra nel merito, sebbene ponga svariati dubbi. Sui lavoratori invece c’erano direttive europee e leggi da rispettare, per i quali l’autorizzazione della DG Competition non ne prevedeva l’elusione.
Visti i problemi che ITA sta attraversando, come vede il futuro della compagnia alla luce della pubblicazione dell’importante sentenza?
Potrebbero usare la sentenza come scusa per affossare ITA. Ma sarebbe una scusa risibile, viste le dichiarate 1.200 assunzioni previste. In realtà, i conti traballano. O subito, lo Stato versa l’ultima tranche autorizzata e i tedeschi subentrano con la liquidità dichiarata, prendendo le redini per apportare i necessari correttivi nella gestione, oppure il destino è segnato. Quello attuale, o è un Cda di facciata che funge da ponte, alla svelta, o sono dei becchini; anche perché non sono professionisti competenti del settore, ma burocrati. Di esperti con voce in capitolo, non se ne sono visti passare da ITA , finora…
(Guido Gazzoli)
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