La Commissione europea sta chiedendo a ITA e Lufthansa di consegnare alla concorrenza tantissimi slot e limitare addirittura il voli transatlantici, sui quali l’Italia, a parte NEOS, non ha altri vettori. Va anche ricordato che le tratte offerte da ITA sono pressoché limitate, considerando il potenziale italiano e il fatto che altri Paesi europei come Francia, Germania, Paesi Bassi e Spagna hanno innumerevoli vettori locali che offrono moltissime frequenze e destinazioni. Spero che il Governo capisca che è stato raggiunto il limite. Questa imposizione Ue verso l’Italia deve far capire al nostro Esecutivo come il nodo sia l’ingresso in un grosso gruppo e che, quindi, ci sarebbe la stessa problematica se volessimo entrare in Air France/KLM o in IAG.



Un Paese normale dovrebbe almeno mantenere al 50% il traffico aereo in mani di vettori nazionali per motivi strategici. Entrando in qualsiasi gruppo già esistente con una compagnia leader si aliena per sempre la propria possibilità di sviluppo, spero lo si sia compreso.

Leggendo gli ultimi dettagli si evince come si stia presentando all’Ue un elenco di rotte dove ci si autolimita lasciando spazio ad altri vettori. Si nota anche che tutte le rotte intercontinentali partiranno soltanto da Fiumicino, mentre da Linate solo per l’Europa e da tutti gli altri scali italiani voli verso Fiumicino e Linate e nient’altro, con Malpensa che resterà a bocca asciutta. Di fatto ITA subirebbe un trattamento completamente diverso rispetto agli altri vettori già parte del gruppo Lufthansa. Tra l’altro KLM qualche mese fa ha chiesto di volare da Linate a New York e ITA non vola più da Malpensa a New York la rotta insieme a Dubai più trafficata.



Posso ben capire che ITA è stata consegnata a questo destino dai Governi precedenti, quindi tutti i partiti, anche quelli di opposizione, preferiscono stare zitti. Rivolgo, pertanto, un appello al Premier Meloni e al Governo perché mantengano ITA italiana con un programma di sviluppo più libero di sviluppare rotte e sfruttare gli altri scali italiani e dare certezze sul riutilizzo del marchio Alitalia. Con una decrescita dell’economia tedesca che non ha possibilità di riprendersi se la guerra in Ucraina continua, non abbiamo convenienza a legarci a Lufthansa. Bisogna uscire dalla convinzione che non possiamo fare bene come gli altri. Occorre investire sullo sviluppo del nostro Paese e l’aviazione è un asset importantissimo.



Chiedo al Premier Meloni e al Governo di analizzare le proposte contenute negli articoli pubblicati su questo giornale e ricordo di aver scritto in merito direttamente sia a palazzo Chigi che al Mef senza aver ricevuto alcuna risposta. Creare un polo con compagnie europee indipendenti di cui ITA può diventare la locomotiva è l’ultima possibilità per la nostra aviazione. Occorre da subito rianalizzare la questione acquisti e leasing degli aerei, causa primaria della pressione a vendere. Ribadisco anche la necessità di rivedere l’assetto degli aeroporti in Italia, come illustrato in quattro articoli.

Il matrimonio con Lufthansa non s’ha da fare.

antilleanatlantic@outlook.com

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