Accolgo come un segno molto positivo la designazione dei nuovi membri del Cda di ITA, con esperienza e competenza a mio avviso, sperando di non dovermi rimangiare la parola e che serva a rialzare l’obiettivo del Governo sulla nostra compagnia aerea di bandiera con un rilancio e non una svendita a grossi gruppi egemoni in Europa.
Senza far nomi, per evitare di creare disagi nel nuovo gruppo di consiglieri, vedo una figura autorevole che ritengo sia molto seria che per anni ha sempre cercato di dimostrare attraverso i suoi studi sul mercato aereo e su Alitalia che è possibile avere una vera compagnia aerea ai livelli delle grosse linee oggi in Europa e sono sicuro farà il possibile per applicare le sue teorie. Attraverso tutti i miei articoli su Alitalia e ITA credo di aver dimostrato che è possibile aver di nuovo una compagnia ai livelli di KLM o Iberia in pochi anni e arrivare anche ai livelli di Air France. Auspico si seguano i pensieri dell’ex vicepresidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena su un trasporto aereo che rimanga a gestione statale, ma non con la mentalità statale in senso negativo come oggi succede nella maggior parte dei nostri enti pubblici, bensì in quanto strategico secondo la Costituzione e con una gestione con basi etiche sane. L’Ethiopian Airlines, la più grande linea aerea d’Africa, è pubblica al 100%, va bene e si espande.
Senza sapere bene ancora l’indirizzo di questo nuovo gruppo appena insediatosi in ITA, lo invito a esplorare possibilità per rivalutare Alitalia come marchio principale e a guardare a qualsiasi azione di fusione o associazione su una base di reciprocità. Gruppi come Air France-KLM, Lufthansa o IAG, non permetterebbero mai a ITA un ruolo alla pari come già ben descritto in precedenti articoli e quindi vanno esclusi a priori. Meglio crescere da soli o con delle linee aeree indipendenti che ancora esistono in Europa, le quali sono sicuro che se approcciate vedrebbero molto bene il creare un nuovo gruppo, in quanto anche loro se sono rimaste finora indipendenti è proprio per evitare la sottomissione e il non essere condizionate. L’inclusione di accordi o alleanze con MSC senza Lufthansa potrebbero essere positivi, ma preservando l’indipendenza.
Oggi ci sono circa ben 5 compagnie aeree europee credo utili per creare un nuovo gruppo, dove ITA con una nuova Alitalia potrebbe creare una nuova alleanza e chissà tra qualche anno avere la fortuna di crescere più delle altre dello stesso gruppo, vista la posizione geografica dell’Italia come portaerei naturale del Mediterraneo, ancora centro geografico delle rotte aeree mondiali. Per fare un esempio molto lampante, oggi la TAP del Portogallo è in una situazione un po’ difficile, non come ITA, ha ancora un network e dei numeri buoni, e il Governo del Portogallo sempre ha privatizzato e poi ripreso in mano la compagnia, perché i Governi di vario colore hanno avuto la decenza, l’etica e la memoria storica di conservare questo loro patrimonio strategico, ma chissà per quanto, quindi forse anche a loro farebbe comodo creare un gruppo ed evitare di essere assimilati da leoni più grandi.
Sicuramente bisogna ripensare e riscrivere specialmente in Italia, ma ormai in tutta Europa, un novo progetto sindacale più adeguato per le compagnie aeree, specialmente statali, e rivedere anche come si contratta per le low cost, perché a mio avviso non si hanno i giusti standard che un trasporto aereo dovrebbe avere. Avere un personale stressato perché pagato una miseria non dà garanzie che veramente il lavoro venga svolto bene e in sicurezza. Come credo assurde certe richieste di alcuni lavoratori in certe linee aeree tradizionali, quindi bisogna rivedere il tutto e questo possono farlo solo il Governo e gli enti aeronautici preposti. Credo importante anche riesaminare l’assetto degli aeroporti italiani come già descritto in articoli precedenti. È molto importante che questi due punti vengano affrontati in contemporanea al riassetto di ITA e spero di Alitalia.
Se si va al rilancio spero si capisca che non si possano ripetere gli errori del passato a livello di amministrazione e gestione dei conti e spese folli, ma soprattutto sul network, dove credo di avere la giusta ricetta, evitando la solita pappa Fiumicino, Malpensa e Linate, mentre oggi la Fly Dubai ha appena annunciato un volo da Cagliari a Dubai, portando tutti i sardi che vanno in Medio, Estremo Oriente e Africa Orientale e Meridionale su Dubai. Non basta riprendere un network mondiale intercontinentale, ma bisogna saperlo fare in un modo molto particolare, come mai fatto finora, vista l’invasione delle linee straniere su tutti i nostri scali nazionali e in modo capillare.
Credo che la moda di fare point to point non sia un obbligo e voglio ricordare che questo sistema fa sì che le rotte con poca capacità non vengano coperte, il che secondo me è uno sbaglio, perché le nuove rotte possono crescere nel tempo come sicuramente ci sono casi di rotte che restano con una capacità limitata. Dobbiamo riappropriarci delle rotte e bisogna ricominciare da zero umilmente e quindi il point to point lo si fa solo se si hanno i numeri oppure è un suicidio. Provando nuove rotte come scalo, si investe su una possibile nuova rotta che può diventare solo point to point se cresce o si può mantenere se aiuta il secondo scalo o abbandonarla se nel tempo porta solo numeri negativi. Qualcuno lo potrebbe vedere come un ritorno al passato, ma non è cosi, bisogna evitare i voli mezzi vuoti, fare meno emissioni e poter offrire buoni prezzi, cosa che ITA oggi non fa ancora.
Oggi i viaggiatori dopo il Covid cercano il meno possibile voli con scalo, quindi offrirli diretti o con uno scalo dove non si scende dall’aereo, specialmente nei voli intercontinentali, la vedo una buona opzione. Un esempio lo vorrei dare con Montevideo in Uruguay, dove risiede una grandissima comunità italiana e di oriundi, ma mai servito da Alitalia da anni. Al momento si utilizzano Iberia, Latam, Air Europa o Aerolinas Argentinas con un solo check-in e una sola tariffa. Un volo ITA Alitalia potrebbe fare Montevideo e Rio de Janeiro o addirittura un nuovo scalo in Brasile o uno scalo verso Santiago del Cile, cercando giustamente di chiedere il diritto a trasportare passeggeri tra i due scali finali. Come si vede, quindi, uno scalo come Montevideo potrebbe aiutare a riempire e giustificare meglio un volo verso Rio de Janeiro, Santiago o addirittura aprire un terzo scalo in Brasile o un secondo in Argentina.
Oggi gli italiani che vanno in Brasile utilizzano per la maggior parte TAP che copre ben 11 scali brasiliani, mentre ITA solo Sao Paulo e prossimamente Rio de Janeiro. Secondo fonti sicure, la maggior parte dei cittadini europei che vola in Brasile con TAP è composta da italiani e delle volte da spagnoli. In Argentina il gruppo più grande di oriundi vede in vetta italiani e spagnoli, e noi abbiamo sempre volato solo su Buenos Aires, mentre gli spagnoli con Air Europa anche su Cordoba.
Come ben detto da Guido Gazzoli nel suo recente articolo, Alitalia è il marchio storico italiano più conosciuto al mondo insieme alla Ferrari. Speriamo che il Governo, il nuovo Presidente Turicchi e i suoi consiglieri se lo ricordino e siano aperti a tutte le proposte di noi comuni mortali per fare la nuova Alitalia. Aspetto l’invito.
antilleanatlantic@outlook.com
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